Nella categoria delle regioni considerate “innovatori moderati” anche quest’anno figurano la Puglia e la Sardegna, che presentano i più consistenti investimenti a sostegno dell’innovazione d’impresa e della commercializzazione, insieme alla Grecia (Anatoloki Makedonia), al Portogallo (Regione Autonoma di Açores), alla Francia (Martinica e Corsica) e alla Svezia (Norra Mellansverige e Mellersta Norrland).
Dati alla mano, in Puglia il RIS registra un tasso di investimenti in ricerca e sviluppo nel settore pubblico pari allo 0,35% rispetto al PIL regionale, molto vicino alla media europea (0,36%), e un indice dello 0,51 (percentuale di fatturato attribuibile alla vendita di prodotti innovativi alle sole PMI, rispetto al fatturato totale) per la quantità di vendite di prodotti innovativi alle imprese, in linea con le altre regioni italiane.
Nonostante un trend costantemente in crescita, c’è ancora molto da fare perché gli indici relativi al numero dei laureati (0,21% nella fascia di età compresa tra i 30 e i 34 anni), agli investimenti in ricerca e sviluppo nel privato (0,16% del PIL regionale), alla collaborazione tra le PMI innovative (0,05% del numero totale di PMI presenti sul territorio pugliese) e ai brevetti (0,16 per ogni miliardo del PIL nazionale) riescano a raggiungere la media europea.
L’esigenza di potenziare alcuni degli indicatori che determinano l’indice di innovazione è, dunque, fondamentale per consentire alla Regione Puglia di risalire la china della classifica italiana delle regioni ad alto tasso di innovazione.
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