Accoglienza immigrati: Anci presenta il nuovo bando SPRAR a Bari
Il vicepresidente Anci, Gianvito Matarrese: 'L’impatto dei flussi migratori sul territorio è una ulteriore sfida per le nostre amministrazioni comunali, per le comunità e per il loro senso di responsabilità'
Si è
svolto presso la sede Anci di Bari un incontro informativo, destinato ai Comuni
dI Puglia e Basilicata, sul nuovo bando SPRAR, il Sistema di Protezione per
Richiedenti Asilo e Rifugiati il cui coordinamento è affidato all’Anci. Obiettivo dell’incontro: fornire
supporto e indicazioni ai comuni per la partecipazione al bando e realizzare,
anche attraverso la sinergia tra prefetture e sindaci, un modello di
accoglienza diffusa, strutturata e organizzata sul territorio, con il più ampio
coinvolgimento di enti locali.
Presenti,
oltre a sindaci e amministratori pugliesi e lucani, Gianvito Matarrese, vicepresidente vicario Anci Puglia, Maria Filomena
Dabbicco, viceprefetto di Bari e dirigente area Immigrazione, Domenico Sgobba segretario regionale Anci,
Michele Patroni Griffi, responsabile progetto SPRAR Puglia e Luigi Florio,
responsabile progetto SPRAR Basilicata.
Lo
SPRAR, istituito dalla legge n. 189/2002, è il Sistema pubblico finanziato dal
Ministero dell’Interno e coordinato dall’Anci per la realizzazione di progetti
di accoglienza di migranti. A
livello territoriale i Comuni, in collaborazione con le realtà del terzo
settore, garantiscono interventi di "accoglienza integrata" che
superano quindi, la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo
complementare anche misure di orientamento e accompagnamento legale e sociale,
nonché la costruzione di percorsi individuali di inclusione e di inserimento
socio-economico.
Il
7 ottobre scorso è stato pubblicato in G.U. il decreto Ministero Interno “SPRAR. Presentazione
domande di contributo da parte degli enti locali che prestano servizi
finalizzati all’accoglienza di richiedenti e di titolari di protezione
internazionale ed umanitaria, biennio 2016–2017” – che stabilisce
l’ampliamento della capienza della rete dello SPRAR di 10.000 posti.
“Questo è un momento importante, – ha sottolineato la viceprefetto di Bari Maria
Filomena Dabbicco - invitiamo
i Comuni ad aderire al progetto SPRAR, in quanto riteniamo sia il percorso più
soddisfacente anche per le realità locali. Lo
SPRAR è il vero progetto di integrazione e accoglienza stranieri, i centri
temporanei sono strutture di intervento immediato ma non sono in grado di
realizzare una integrazione con la società. L’obiettivo è definire
l’accoglienza diffusa attraverso il maggior coinvolgimento dei Comuni, piccoli
gruppi di persone distribuite sul territorio hanno un impatto positivo,
rappresentano esperienze della migliore integrazione perché consentono un
interscambio culturale ed un vero e proprio arricchimento per le nostre
comunità.”
“L’impatto dei flussi migratori sul territorio è
una ulteriore sfida per le nostre amministrazioni comunali, per le comunità e
per il loro senso di responsabilità. –ha dichiarato il vicepresidente
vicario Anci Puglia Gianvito Matarrese - Nel corso
dell’ultima assemblea Anci di Torino è stato più volte riconosciuto il ruolo
dei sindaci nella gestione dell’emergenza immigrazione, uno straordinario
sforzo di accoglienza e solidarietà messo in campo in questi anni dalla rete
dei Comuni, insieme alle forze dell’ordine e ai tanti volontari. Bisogna però
andare oltre l'approccio emergenziale, puntando a realizzare un sistema di
accoglienza ordinaria strutturata affidata ai Comuni, attraverso un’equa
distribuzione territoriale, e che consenta processi di integrazione e
inclusione sociale dei migranti. Lo SPRAR è l’unico sistema che si prefigge
questi obiettivi. Inoltre, il proficuo dialogo avviato in Puglia tra prefetture
e Anci è fondamentale per gestire l’accoglienza in modo sicuro e sostenibile
sul territorio, con il più ampio coinvolgimento dei Comuni.”
Come
annunciato dal presidente Piero Fassino, nel corso della recente Assemblea
dell’associazione svoltasi a Torino, l’Anci presenterà a breve al Ministro
dell'Interno un piano per coinvolgere nell'accoglienza circa 4 mila Comuni a
livello nazionale, contro i 700 attualmente impegnati. In questo modo, per
l'associazione dei Comuni, sarà possibile governare il fenomeno in modo
più ordinato, sicuro, e meno impattante.