Puglia, il Reddito di Dignità diventa legge: il consiglio regionale approva a maggioranza. Emiliano: 'Un grande successo'
Trenta i voti favorevoli, nove i contrari

Con 30 voti
favorevoli e 9 contrari il Consiglio regionale ha approvato il Reddito di
Dignità in. Con questa iniziativa legislativa la Regione Puglia promuove
politiche di inclusione sociale attiva attraverso un sistema integrato di
interventi e servizi negli ambiti sociosanitario, delle politiche attive del
lavoro, formazione, diritto allo studio e casa.
Il Reddito di Dignità è una misura di
integrazione del reddito, considerata come strumento di contrasto alla povertà
assoluta e un programma di inserimento sociale e lavorativo in cui l’indennità
economica è accompagnata da un patto di inclusione sociale attiva che il nucleo
familiare beneficiario, attraverso un suo componente, stipula con i servizi
sociali locali, il cui rispetto è condizione per la fruizione del beneficio.
Il patto è differenziato a seconda delle
caratteristiche individuali e finalizzato alla presa in carico complessiva del
nucleo familiare.
Il ReD mira a fornire i mezzi sufficienti per una
vita dignitosa e a favorire l’inclusione lavorativa e sociale delle persone e
delle famiglie in condizione di povertà.
Possono accedere al Reddito di Dignità regionale,
tutte le persone e le famiglie residenti in Puglia da almeno dodici mesi dalla
data di presentazione della istanza che si trovino in una condizione di
fragilità e vulnerabilità socioeconomica e che siano disponibili a
sottoscrivere il patto individuale di inclusione sociale attiva.
Accedono, inoltre, i cittadini comunitari ovvero i
cittadini stranieri che possano dimostrare di avere la propria residenza,
ovvero il luogo in cui hanno la dimora abituale in uno dei Comuni pugliesi da
almeno dodici mesi.
“Oggi si conclude un percorso con un indubitabile
successo della Puglia – ha dichiarato il governatore Michele Emiliano - Un
successo che rivendico come presidente della regione. Quando accade qualcosa di buono è necessario
che almeno noi stessi lo riconosciamo. Introducendo
il Reddito di Dignità siamo i primi a realizzare in Italia un sistema presente
da decenni in tutta Europa. E quando si
arriva a fare qualcosa degna di un paese europeo dobbiamo essere contenti e non
scadere nelle piccole polemiche del quotidiano. Siamo i primi a fare un gesto
di amore per il prossimo trasformato in una vera e propria legge regionale, che
non è assistenza, ma riscatto”.
“Si
chiama ReD, reddito di dignità – ha concluso - perché la dignità degli uomini è
l’unico scopo che possiamo perseguire in quest’aula. Lo scopo del gioco è la tutela
della dignità di coloro che stanno fuori da quest’aula”.