Prima conferenza regionale per la famiglia, Loizzo: 'Serve una visione avanzata, laica e solidale'
L'intervento del presidente del consiglio regionale pugliese
“In Italia
manca una adeguata politica per la famiglia, in quanto i provvedimenti adottati,
hanno avuto quasi sempre il carattere della episodicità e della inconsistenza,
e spesso della strumentalizzazione elettorale, così come confermano le numerose
leggi e leggine prodotte in questi anni. Ed è stata proprio la mancanza di interventi
organici e coerenti, che ha contribuito a perpetuare una visione tradizionale della
famiglia, decisamente superata dalle profonde modificazioni sociali e culturali
intervenute in questi anni. Oggi infatti, “l’universo famigliare” va
considerato sempre più come una “costellazione di famiglie”, diverse nella
struttura, nella tipologia, nelle relazioni affettive e persino nella
composizione formale”. Così Mario Loizzo, presidente del consiglio
regionale pugliese, durante il suo intervento alla prima conferenza regionale
della famiglia.
“Sono le
statistiche a confermare l’importanza e la profondità di questi cambiamenti in
atto, e ciò dovrebbe indurre la cultura tradizionalista, a superare la visione della
struttura famigliare intesa come immutabile ed immutata nel tempo; gli
stessi studi antropologici, ci aiutano a liberarci di una tale visione
anacronistica e ci segnalano che nell’attuale contesto sociale, inizia a
prevalere un atteggiamento più rispettoso della cultura della differenza, che sa
riconoscere e rispettare la diversità dei modi con cui le persone organizzano
la propria vita affettiva e famigliare. Occorre
pertanto impegnarsi con più determinazione non solo per il reperimento delle
risorse finanziarie necessarie, ma anche per la valorizzazione del ruolo dei soggetti
sia pubblici che privati e per la diversificazione ed implementazione dei
servizi.
In Italia solo
il 3,8% della spesa sociale è destinato alla famiglia e la maggior parte delle
risorse a livello nazionale, viene destinata all’area del disagio, alle emergenze
e alle esigenze assistenziali dei singoli più che al nucleo familiare vero e
proprio. In altre parole, gli interventi sinora realizzati hanno riguardato
prevalentemente i singoli individui, più che a puntare alla cura del benessere
della famiglia nelle sue molteplici articolazioni sociali e relazionali”.
“Nel nostro Paese,
a differenza di altri Paesi europei, solo recentemente si è iniziato a parlare
della necessità di una politica familiare non più e non solo concentrata sull’assistenza
sociale che, anche se rappresenta un sostegno concreto ai bisogni delle
famiglie, non ha la capacità di “prevenirne” la crisi, per cui riduce i nuclei
assistiti, al rango di semplici consumatori di servizi sociali. Indubbiamente,
in una Europa che a stento riesce a mantenere ancora standard accettabili di
welfare, sconosciuto in molti grandi Paesi del mondo, i problemi della famiglia,
vengono affrontati con differenti modalità e sensibilità culturali e sociali. Ma per quanto riguarda, l’Italia, dobbiamo
sapere che la priorità assoluta da mettere in campo, è quella di creare una nuova
e buona occupazione giovanile, insieme a politiche fiscali più adeguate. Solo
in questo modo, sarà possibile affrontare il problema della bassa natalità, sostenendo
le giovani coppie desiderose di avere figli, migliorando il fondamentale sistema
dei congedi e dei servizi, ed implementando la costruzione di asili nido, che in
Italia vedono il rapporto tra domanda e offerta, fermo al 29%. E a maggior
ragione, questo dobbiamo poterlo fare nel nostro Mezzogiorno, dove permangono
gravi ritardi, perché, ad eccezione dell’Emilia-Romagna e dell’Umbria, le
Regioni che superano la media nazionale di copertura territoriale dei servizi
per la prima infanzia (che comunque si ferma a un impietoso 14%) sono tutte al
Nord. Bene ha fatto perciò il Consiglio regionale pugliese, ad impegnare
la Giunta a predisporre il Piano regionale della famiglia. Ed altrettanto
efficace appare la scelta del Governo regionale, di avviare una discussione
partecipata e plurale, favorendo il confronto tra le numerose realtà qualificate
del settore, dell’associazionismo e del partenariato economico sociale”.
“Sono convinto –
conclude Loizzo - che l’intreccio tra il modello partecipativo, la
determinazione politica, la pluralità e la ricchezza delle varie opzioni,
consentirà alla nostra Puglia di raggiungere nuovi traguardi anche nel campo
delle politiche familiari, nel solco di una visione avanzata, laica e solidale
che da anni la caratterizza”.