Puglia, aumentano morti e infortuni sul lavoro. Cgil: 'investire su prevenzione e formazione'
Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil regionale: “Nei primi otto mesi dello scorso anno le denunce di infortuni sono state 20.812, circa 1.600 in più dello stesso periodo nel 2015”

“Lo abbiamo
sempre denunciato e purtroppo sono i numeri a darci ragione. Nell'attacco ai
diritti nell'estrema precarizzazione del lavoro si finisce in una spirale
odiosa dove si abbattono salari ma anche misure di sicurezza". È quanto
afferma il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, all'indomani
dell'ennesimo infortunio mortale sul lavoro nella nostra regione.
"Il ricatto
di un reddito a qualunque costo spinge ad accettare qualunque condizione di
lavoro e a lucrare sono imprenditori senza scrupoli – continua Gesmundo -
Dicevamo i dati, gli ultimi aggiornati sono già agosto 2016: ebbene nei primi
otto mesi dello scorso anno le denunce di infortuni sono state 20.812, circa
"Chiediamo
alle istituzioni e alle parti datoriali – afferma il segretario generale – di
attivare percorsi comuni che evitino tragedie come quella recente di
Francavilla Fontana, partendo dalla prevenzione. La Cgil ha un suo piano e
chiediamo che possa essere condiviso. Di certo la giovanissima età di molte
vittime di infortuni ci dice di come poco si investa invece sulla formazione
del personale e di contro ancor meno sulle misure di sicurezza”.
Rapporti di
lavoro precario e saltuari espongono a maggior rischio, conclude Gesmundo.
“Siamo certi che in questa casistica incida anche il boom dei voucher.
Prendiamo per buono quanto affermato dall'Inail e cioè che in troppi casi la
denuncia di infortunio coincide con l'attivazione del buono lavoro, a conferma
di come venga utilizzato per coprire lavoro nero e lo si tiri fuori solo alla
bisogna. Non è questo il lavoro che serve all'Italia e al Mezzogiorno per
superare la fase recessiva. Serve un lavoro di qualità e sicuro. Per questo la
Cgil sarà in questi mesi in campo per promuovere i due referendum popolari. Per
Liberare il lavoro - per citare lo slogan della campagna - anche tara della
scarsa sicurezza che per pochi euro di risparmio fa pagare sulla pelle di chi
lavora un costo insostenibile".