Bari: la rinascita di ONAF, l’officina dei cuori d’acciaio
La storia dell’Officina Nazionale Armamento Fonderia di Bari, azienda rilevata dal Gruppo FS nel 2016 e trasformata in polo industriale di qualità

Da azienda dal destino incerto a fabbrica d’eccellenza. In
questi tempi sembra una favola, ma è quello che è successo a Bari per l’Officina Nazionale Armamento Fonderia
(ONAF). Dopo anni di crisi, una storica fabbrica barese di manufatti
in acciaio rischiava di chiudere i battenti portando con sé impoverimento del
tessuto produttivo e disoccupazione, ma le cose sono andate diversamente. Nel
2016 l’azienda viene rilevata dal Gruppo
FS, attraverso la sua controllata RFI,
e trasformata in un’officina monoprodotto,
specializzata nella produzione di cuori
in acciaio fuso al manganese.
Da
quel momento inizia una nuova realtà. Il Gruppo
FS investe sull’azienda modernizzandola nei macchinari e sui
lavoratori grazie a un poderoso piano di
investimenti di 33 milioni di euro. Oggi ONAF ha
aumentato il numero dei dipendenti, dà lavoro direttamente a 116 persone e produce circa 1700 cuori l’anno. Ne parliamo
con Massimo Del Prete, responsabile
delle Officine Nazionali Infrastruttura che ha contribuito alla rinascita dello
stabilimento.
Cosa fa ONAF?
“ONAF produce cuori in
acciaio ed è una fonderia di seconda fusione dove la materia prima utilizzata
per produrre l’acciaio è il rottame ferroso che viene fuso in forni a 1600
gradi. Durante la fusione vengono aggiunte delle ferroleghe per conferire
all’acciaio la composizione chimica richiesta per i cuori.”
Cos’è un cuore di
acciaio fuso al manganese?
“E’ una parte
essenziale dello scambio. Quando un treno sta percorrendo un binario e ha
necessità di spostarsi su un altro binario deve passare sopra uno scambio. Lo
scambio è un apparecchio del binario costituito da diversi componenti, il cuore
in acciaio fuso al manganese è uno di questi.”
Come nasce un cuore?
“Per realizzare un
cuore ci vogliono circa due mesi. Nasce da uno stampo in cui viene colato
dell’acciaio liquido. Una volta raffreddato, il pezzo viene avviato
alle lavorazioni successive. Si inizia dal trattamento termico che conferisce
al cuore le caratteristiche adatte a garantire il passaggio in sicurezza dei
treni per poi passare alla finitura che elimina i difetti e le porzioni di
metallo legate al sistema di colata. Infine, il cuore è avviato alle
lavorazioni meccaniche per conseguire la geometria richiesta. Il cuore viene
sottoposto a controlli continui. Al termine delle operazioni di collaudo viene
redatta una dichiarazione di conformità e il pezzo è pronto per la spedizione.”
Quanto è grande un
cuore di acciaio?
“Ci sono cuori lunghi
circa cinque metri e altri più lunghi come quelli prodotti a Bari che sfiorano
i venti metri. Esistono diverse tipologie di cuore: ad attacco diretto e
indiretto, retti e curvi. Nell’officina di Bari ne produciamo sedici tipologie.
Il numero dei pezzi ogni anno varia in base ai fabbisogni di Rete Ferroviaria
Italiana a seconda delle esigenze della rete.”
Dove vengono spediti i
cuori di acciaio prodotti a Bari?
“I nostri prodotti
servono l’intera rete nazionale e hanno una doppia destinazione:
alcuni vengono spediti all’Officina Nazionale Armamento di Pontassieve (FI)
dove vengono stoccati e assemblati con altri componenti per la realizzazione
degli scambi, altri vengono inviati direttamente sui territori per le attività
di manutenzione lungo linea”.
Cosa ha spinto RFI a
rilevare ONAF?
“L’idea
dell’acquisizione è nata dall’esigenza di internalizzare un’attività
nevralgica: quella dell’approvvigionamento di cuori per garantire il
mantenimento in efficienza della rete ferroviaria. ONAF in qualità di fornitore
interno al Gruppo FS garantisce l’efficienza del processo produttivo e prezzi
d’acquisto da mercato dei cuori calmierati.”
Quale futuro per
l’Officina dei cuori d’acciaio?
“L’Officina barese sta
crescendo in termini di nuove assunzioni e di implementazione tecnologica con
l’ammodernamento degli asset esistenti e l’acquisto di nuovi
macchinari e attrezzature. E’ una realtà che si sta strutturando per rispondere
a una domanda di cuori in acciaio fuso al manganese che auspichiamo possa
essere sempre crescente.” Una storia vincente che vede la Puglia protagonista.