Università di Bari, progetto SiMBiT: ecco il prototipo in grado di effettuare analisi biomedicali ultra-sensibili
Il banco di prova sarà l’analisi di marcatori, nel plasma o nelle urine, associati a cisti pancreatiche che evolvono in tumori, noti per la loro aggressività e diagnosi troppo spesso tardiva
È stato inaugurato questa mattina il progetto europeo
SiMBiT - The single molecule bio-electronic smart system array for
clinical testing. Il progetto, coordinato dalla Professoressa Luisa Torsi del
Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, è
una Research and Innovation Action ed è stato finanziato dal
programma Information and Communication Technologies - Electronic
Smart Systems di Horizon 2020. SiMBiT è stato selezionato, arrivando
terzo nella graduatoria assoluta, in una competizione diretta con tutti gli
altri Stati membri e i Paesi associati dell’Unione Europea.
Il progetto parte dalla tecnologia Single Molecule
with a large Transistor (SiMoT) recentemente sviluppata presso
l’Università di Bari, sede pugliese del Consorzio Interuniversitario per lo
Sviluppo dei Sistemi a Grande Interfase (CSGI), in collaborazione con
l’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del CNR e l’Università di Brescia,
partner del progetto SiMBiT. Il gruppo di studiosi che ha inventato SiMoT
detiene il record mondiale di prestazioni di un dispositivo per analisi
chimico-cliniche, fabbricato con un approccio a basso costo. Per tale motivo la
ricerca ha suscitato grande interesse tanto che anche la prestigiosissima
rivista Nature ha dato rilievo alla scoperta.
Scopo del progetto è la realizzazione di un prototipo per
un sistema bio-elettronico di 96 sensori capace di analisi biomedicali
ultra-sensibili di almeno tre marcatori differenti. Sarà realizzato con
tecniche innovative compatibili con la produzione su vasta scala a costi
contenuti come la stampa e altri processi di scrittura diretta. Il
prototipo dovrà essere validato in ambito chimico-clinico. La sfida più grande
della piattaforma SiMBiT è legata alla rivelazione elettronica che si prevede
sarà più veloce e impiegherà sistemi di trasduzione ed analisi del segnale
molto più compatti ed efficienti di quelli impiegati nelle tecnologie
attualmente in commercio. Sarà inoltre enormemente più sensibile.
Il banco di prova sarà l’analisi di marcatori, nel plasma o
nelle urine, associati a cisti pancreatiche che evolvono in tumori, noti per la
loro aggressività e diagnosi troppo spesso tardiva.
L’impatto di SiMBiT è tale da promettere di rivoluzionare
la diagnostica medica, ossia di produrre uno strumento prezioso che consentirà
ai clinici di associare il più piccolo aumento di un determinato bio-marcatore,
alla progressione della patologia. L’elevatissima sensibilità di SiMBiT potrà
essere utile anche per tenere sotto controllo le recidive, per esempio dopo
l’asportazione di un tumore, ma anche per limitare l’uso di procedure invasive
come le biopsie permettendo la rilevazione di marcatori in fluidi biologici
facilmente accessibili come il sangue, l’urina o la saliva, nei quali i
marcatori sono presenti a concentrazioni bassissime.