
Le sigle sindacali Fillea, Cgil, Cisl e Feneal Uil hanno
scritto al prefetto di Taranto, Donato Cafagna, chiedendo soprattutto il
rispetto dell’art. 6 del protocollo, quello che avrebbe dovuto costituire una
banca dati per gli esecutori di queste opere, nell’ambito della appalto Ilva.
“Le incognite riguardano ancora e purtroppo – spiegano le
organizzazioni sindacali – l’applicazione dei Contratti Nazionali di Lavoro,
per i lavoratori impegnati in attività edili e affini che continuano invece ad
essere assoggettati a forme di contrattazione peggiorative e lontane dalle loro
mansioni. Abbiamo attualmente un quadro generale che vanifica anche gli
intendimenti del Protocollo di Legalità sugli interventi di bonifica,
ambientalizzazione e riqualificazione dello stabilimento ILVA di Taranto –
dicono ancora i referenti dei tre sindacati di categoria”.
“Quando si eseguono lavorazioni edili, pretendiamo che venga applicato il
nostro contratto – continua la nota – l’uso di contratti alternativi fa sì che
vi sia una diversa regolazione che grava sui lavoratori ma anche sulla
competitività delle imprese che rispettano le regole. Una fuga, quella dal
contratto delle costruzioni, che mette a rischio lo stesso principio etico e di
legalità che in quel protocollo sindacati e imprese hanno tentato di affermare.
Un problema che interseca anche quello della sicurezza dei cantieri.
Nell’edilizia il dumping contrattuale dà vita anche al pericoloso fenomeno
dell’impossibilità di mettere in moto la filiera dei controlli per garantire
non solo legalità, ma anche sicurezza e affidabilità di cantieri e imprese –
affermano ancora i sindacati degli edili – Ecco perché il nostro invito
pressante al Prefetto a riconvocarci al più presto per fare il punto della
situazione”.