“Pari dignità della cure e pari accessibilità alle cure. Perché vogliamo vivere e non sopravvivere”. Questo il grido d’allarme e la denuncia dei pazienti avvelenati a più livelli da metalli pensanti che dopo la chiusura del centro IMID di Campi Salentina si sono ritrovati oggi nell’Hotel Patria di Lecce per incontrare i giornalisti e rilanciare un messaggio di aiuto affinchè la sanità pugliese e nazionale focalizzi la sua attenzione su delle malattie che sono in costante e silenziosa crescita; patologie che hanno bisogno di un approccio sistemico da parte di tutto il personale sanitario, malattie che tendono a diventare invalidanti e troppo spesso vedono il paziente in un devastante peregrinare tra strutture non in grado di dare il giusto supporto medico e psicologico.
Importante la testimonianza dei pazienti affetti da Mcs, sensibilità chimica multipla, da Snas, sindrome da allergia sistemica al nichel, e quanti nel centro IMID di Campi Salentina avevano trovato un centro di specializzazione e un punto di riferimento.
Durante la conferenza stampa che ha visto la partecipazione di Anna D’Amico, donna coraggio simbolo di questa battaglia di civiltà e di libertà e della giornalista Monica Caradonna, parte della schiera degli “invisibili”, sono stati rilanciati i temi della dignità delle cure, dell’accessibilità alle prestazioni sanitarie e la necessità di una revisione normativa con un appello alla politica tutta senza distinzione partitica affinchè si faccia carico di un diritto negato, quello alla salute.
© Riproduzione riservata