28 Marzo 2024 - Ore
Salute

‘Ci dia pari dignità di cura’

Lettera aperta all'Assessora alla Sanità della Regione Puglia

Gentile assessore,
mi rivolgo a lei in quanto massima autorità sanitaria nel territorio della regione Puglia.
Mi chiamo Monica, ho 38 anni e ho la Snas (sindrome da allergia sistemica al nichel), un principio di Mcs (sensibilità chimica multipla) e gravi intolleranze a glutine e a lattosio, perché vivere in una città come Taranto, non distante da Brindisi, con una forte antropizzazione, evidentemente mi avvelena da quando sono nata e mi ha fatto diversi regali in materia sanitaria, ma andiamo per gradi.
Negli ultimi 15 anni della mia vita sono stata considerata stressata ed esaurita. E sa perché? Svenivo senza una causa scatenante; mi si paralizzava l’anca senza motivo e senza che ci fosse un elemento esterno che scatenasse questo blocco.
Vuol sapere come ho vissuto? Alla grande perché io ho una forza che molti altri nelle mie condizioni non hanno. Nel momento più buio della mia vita, che oggi racconto pubblicamente anche a chi ogni giorno osserva la mia quotidianità fatta di lavoro, viaggi e sorrisi senza sapere quanta fatica ci sia dietro ciascuno di quei sorrisi, mi sono tatuata sul braccio destro una guerriera per ricordarmi che non devo, non posso smettere di lottare.
I suoi medici, quelli che evidentemente ha a cuore il presidente dell’ordine dei medici della provincia di Lecce, mi hanno presa per stressata, invece io ero malata.
I suoi medici, quelli sempre cari al dottor Pepe, sono quelli che cercavano di curare gli effetti e che non hanno mai indagato sulle cause; i suoi medici anche quelli iscritti all’ordine dei medici di Lecce mi hanno imbottita di cortisone e di immunosoppressori ed è così che ho smesso di finire sulla sedia a rotelle. Facile però: ti droghi di cortisone ed è ovvio che cammini sulle tue gambe!!!
Sì, perché nel 2012, il mio anno orribile, ci son finita per 4 volte. Sa che vuol dire? Ha idea della qualità della mia vita? Sa cosa significa vivere nel terrore di cadere a terra svenuta o perdere la mobilità dell’anca? E sa che vuol dire rimanere con l’anca paralizzata alle due di notte chiamare il 118 di Taranto chiedere aiuto e sentirsi rispondere: signora prenda un antidolorifico. Sa che vuol dire? Significa perdere la fiducia nel sistema sanitario e sentirsi spodestati della libertà di essere curati.
Dopo 15 anni di ricerche, visite mediche, esami clinici e giri per varie regioni d’Italia, dopo due inutili risonanze magnetiche – una a Taranto e l’altra a Martina Franca – grazie a Dio sono arrivata a San Giovanni Rotondo e sempre grazie a Dio sono andata a finire casualmente nelle mani del dottor Mauro Minelli. E la vuol sapere la novità caro assessore regionale alla Sanità? Il dottor Minelli mi ha disintossicata dalle medicine con le quali mi avevano drogata e mi ha riconsegnato la libertà, mi ha ridato la possibilità di riprendermi la mia vita senza veleni, senza dover prendere ogni giorno per un anno una pillola di cortisone e due di immunosoppressori perché lui, rispondendo agli insegnamenti di Ippocrate, ha cercato le cause e non si è soffermato superficialmente agli effetti. «Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio» giurano i medici. Lo ricordo a me stessa, a lei e al dotttor Pepe.
Caro assessore, oggi arriva una ingiusta e assurda sospensione dell’attività di Minelli per un mese. E sono ridicole quelle motivazioni, ridicole!!!
Io, come tanti altri, avevo in programma un ricovero; io come altri ho bisogno di avere a che fare con lui perché di medici superficiali non ne voglio più incontrare.
Io le chiedo a nome mio ma anche di Antonella, Alessandra, Giusy, Eddy, Vincenzo, Gianni, Luciana, Carla e potrei continuare, di prendere in considerazione ciò che sta accadendo all’Asl di Lecce e di dare a noi allergici gravi pari dignità. Pari dignità di cura; pari dignità di poter entrare in una struttura ospedaliera e non dover scappare perchè a cominciare dai medici tutto il personale si inzuppa di profumi e diventa pericoloso per noi che respiriamo; pari dignità di accesso alle cure mediche e alle prestazioni sanitarie.
Caro assessore venga a farsi una chiacchierata con noi e venga a scoprire le nostre storie di malvessazione sanitaria e poi capirà perché il dottor Minelli è per noi un faro, una guida, una salvezza in un mondo in cui evidentemente le scelte vengono dettate dalle case farmaceutiche alle quali forse conviene che noi ci ammaliamo per continuare a intossicarci con i loro cortisoni e in alcuni casi addirittura con farmaci chemioterapici.
Assessore faccia un atto di vera politica e venga a verificare quello che stanno facendo a Lecce e ci ridia la libertà di scegliere come e da chi farci curare. Diversamente sarà complice anche lei di una omissione di cure nei confronti di chi come me lotta ogni santo giorno nella totale indifferenza di medici, istituzioni e associazioni di categoria, pur conservando una voglia pazzesca di vivere che le auguro non dover desiderare mai.

© Riproduzione riservata

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