Reddito di Dignità, accordo tra maggioranza e opposizione sugli emendamenti
Il provvedimento è stato approvato a maggioranza, con il voto contrario dei Cor, e l’astensione del M5s, Area Popolare e Forza Italia

La III e la
VI Commissione consiliare hanno approvato oggi il disegno di legge che
disciplina il Reddito di Dignità (ReD) e ) e le politiche per
l’inclusione sociale attiva. Adesso tocca al Consiglio regionale approvare definitivamente il
disegno di legge.
Il provvedimento è
stato approvato a maggioranza, con il voto contrario dei Cor, e l’astensione
del M5s, Area Popolare e Forza Italia.
L’assessore regionale al Welfare Salvatore Negro ha
espresso soddisfazione per l’approvazione da parte della Commissioni del ddl
sul Reddito di dignità, “approvato con il contributo di merito della
maggioranza ma anche delle forze di opposizione”. “Infatti – ha sottolineato
Salvatore Negro – alcuni emendamenti tecnici sono stati accolti perché non
mettevano in discussione l’impianto complessivo e le strategie della misura”.
Il ReD rappresenta
una misura di integrazione del reddito, considerata uno strumento di contrasto
alla povertà assoluta e un programma di inserimento sociale e lavorativo in cui
l’indennità economica è accompagnata da un patto di inclusione sociale attiva
che il nucleo familiare beneficiario, attraverso un suo componente, stipula con
i servizi sociali locali e che è tenuto a rispettare. Il patto è differenziato
a seconda delle caratteristiche individuali e finalizzato alla presa in carico
complessiva del nucleo familiare. Obiettivo è fornire mezzi sufficienti per una
vita dignitosa e favorire l’inclusione lavorativa e sociale delle persone e
delle famiglie in condizione di povertà.
“La Puglia è la prima Regione del Mezzogiorno e tra
le poche in Italia ad avere anticipato con questa misura di contrasto alla
povertà la legge nazionale – conclude Negro - Un impegno importante per aiutare
quelle migliaia di famiglie pugliesi che vivono in una condizione di fragilità
attraverso un sistema di sostegno al reddito, non assistenzialista, ma al
contrario legato ad un percorso di inclusione e di riattivazione verso il
mercato del lavoro”.