Donne colonna portante della lotta alla pandemia: sono il 70% del personale sanitario
Forte preoccupazione di Inclusione Donna per la marginalità delle donne nel Piano nazionale di ripresa e resilienza
“Di fronte al
peggioramento della condizione delle donne nel nostro Paese, pretendiamo
strategie chiare e non marginali a sostegno dell’occupazione femminile - afferma Carolina Gianardi cofondatrice di Inclusione Donna
– Nel periodo del Covid, da ultimi dati Istat, le donne hanno perso il 2,2% del
tasso di occupazione, il tasso di disoccupazione è salito del 2,3% mentre
quello di inattività persino del 4%. Una donna su due è fuori del mercato del
lavoro, siamo al penultimo posto in Europa come tasso di occupazione, una
situazione non più tollerabile, che richiede un deciso cambio di passo e azioni
strategiche mirate!”
Eppure le donne
sono state in prima linea nella lotta alla pandemia. Pare invece che le donne
siano un fatto residuale a guardare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza,
dove le parole donne e parità di genere spariscono persino dall'Indice e vengono inserite all’interno di azioni di carattere
generale da cui ci si aspettano ricadute positive sul piano dell'occupazione
femminile. E' difficile, se non impossibile, che questo “miracolo” possa accadere in un quadro generale in cui
si riscontra una pesante retrocessione nella “corsa” alla parità di genere, che
fa scendere l'Italia dal 70° al 76° secondo il World Economic Forum.
Nella Missione
5 del Pnrr, relativa a Inclusione e Coesione, la parità di genere è infatti
inserita come sottoinsieme all’interno delle misure a sostegno delle
infrastrutture sociali e famiglia, dove si legge "Rafforzare le
infrastrutture sociali a favore di minori anziani e persone con disabilità per migliorarne la qualità della vita e
favorire l'occupazione femminile". Le risorse assegnate di fatto alla
parità di genere ammontano a 4,5 miliardi, corrispondenti al 2,3% del totale.
All'imprenditoria femminile, duramente colpita dalla crisi, destinati soltanto
400 milioni di euro!
Non sono
previsti interventi strategici e specifici in tema di occupazione e
rappresentanza femminile, istanze prioritarie di Inclusione Donna - alleanza di
oltre 60 associazioni rappresentative di più di 40mila donne di tutti i settori
professionali e imprenditoriali – in linea con l’Agenda 2030 e gli obiettivi di
sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e con gli obiettivi strategici definiti
dall’Unione europea, ai quali saranno connessi anche i
finanziamenti del Quadro
Finanziario Pluriennale 2021-2027.
Ma nel Pnnr di tutto ciò non vi è traccia! “Eliminare
gli ostacoli che impediscono la piena partecipazione delle donne al mercato del
lavoro– sottolinea Gianardi- deve essere prioritario per il Paese. Senza un
impegno chiaro sulle Istanze che Inclusione Donna ha condiviso con le
Istituzioni, ma di cui non vi sono tracce visibili nel Pnrr, è impensabile
avvicinarsi agli obiettivi economici e sociali di lungo termine indicati
dall’Europa per la ridefinizione del Piano Nazionale: La parità di genere deve
essere al centro della ricostruzione economica e sociale post Covid, attraverso
un piano con obiettivi e tempistiche concrete e chiare per la riduzione delle
disuguaglianze nell’occupazione”.