Puglia, la presidente Capone: 'Presenza delle donne nei luoghi di governo priorità culturale, economica e sociale'
L'intervento della presidente del consiglio regionale: ' La divisione dei ruoli purtroppo è ancora fortemente condizionata dai pregiudizi culturali su cui possiamo e dobbiamo intervenire invertendo l'approccio e il pensiero'

“Dove non arriva la politica arriveranno i regolamenti. È
il mio impegno da Presidente del Consiglio regionale, che voglio compiere
insieme alle consigliere e ai consiglieri. Perché la Puglia ha bisogno di
uomini e donne allo stesso modo. Perché la questione della presenza delle donne
nei luoghi di Governo delle Istituzioni, così come del lavoro, è una priorità
culturale, economica e sociale. E fino a quando non diventerà
"consapevolezza collettiva", le nostre comunità, nazionali, regionali
e locali, non saranno mai "civili" fino in fondo e la cultura,
l'economia, la stessa società, resteranno sempre parziali, in violazione,
peraltro, dei principi cardine della nostra Costituzione.
Dobbiamo ammetterlo, assistiamo a una costante sottovalutazione del
merito delle donne soprattutto quando si tratta di attribuire un valore
economico ai loro saperi”.
È quanto dichiara Loredana Capone, neo presidente del
consiglio regionale pugliese, in un intervento.
“Così, sono protagoniste indiscusse – lo dicono le
statistiche – quando sono volontarie, molto meno quando devono essere
retribuite. E anche quando lo sono, la retribuzione è quasi sempre inferiore a
quella degli uomini. E questa ingiustizia si manifesta anche nei reati di
genere quando un femminicidio viene derubricato a "delirio di
gelosia". Per questa ragione dobbiamo impegnarci da subito a
valutare ogni atto con lo sguardo delle donne: dagli atti legislativi a quelli
politici istituzionali. Nel caso delle Commissioni consiliari, per esempio, c'è
stata una giusta presa di posizione da parte delle associazioni di genere e per
questo stiamo lavorando alla revisione del regolamento che introduca la
rappresentanza di genere in tutte le articolazioni.
Mi impegnerò, inoltre, a sollecitare la conclusione del percorso di modifica
della legge elettorale affinché preveda l'introduzione della percentuale 40-60
nella composizione delle liste dei partiti e dei movimenti”.
“ La verità, però, è che le cose non si cambiano con
uno schiocco di dita e a volte non bastano nemmeno le leggi – prosegue la
presidente -. E' sufficiente pensare
alla legge Golfo Mosca, approvata nel 2011, che ha portato la percentuale di donne
nei board delle società quotate italiane al 36% ma di fatto non ha avuto alcun
impatto sull'aumento della percentuale femminile nel management. La divisione
dei ruoli purtroppo è ancora fortemente condizionata dai pregiudizi culturali
su cui possiamo e dobbiamo intervenire invertendo l'approccio e il pensiero.
Si può parlare delle donne e del loro ruolo nella società, nel lavoro,
nell'istruzione, senza cadere nei luoghi comuni o nella retorica auto
celebrativa del sesso femminile. E, invece, la percentuale di donne disoccupate
è ancora altissima - nelle regioni meridionali lavorano solo tre donne su
dieci-; la Banca d'Italia ci dice che la discriminazione delle donne sul lavoro
per l'Italia si traduce in una perdita di 6 punti di pil, e ogni anno 25mila
donne, solo in Italia, lasciano ancora il proprio posto di lavoro per fare un
figlio. Ma se da un lato dobbiamo chiedere a tutti uno sforzo, dall'altro anche
noi donne dobbiamo imparare ad avere più fiducia in noi stesse e più
determinazione. "Il futuro - diceva Eleanor Roosevelt - appartiene a
coloro che credono alla bellezza dei propri sogni".