“Ogni Governo – ha aggiunto Vendola – sforna decreti come fossero pozioni magiche in grado di risolvere i nodi del più grande siderurgico d’Europa. E’ come se l’emergenza togliesse spazio alla opportuna, necessaria riflessione politica. E così quest’ultimo decreto rivela che siamo tornati alla casella di partenza. Abbiamo perso due anni e abbiamo un Piano ambientale sulla carta largamente da cantierizzare ed i cui termini vengono, di provvedimento in provvedimento, progressivamente rinviati”.
“Se è vero come si dice che l’Ilva è un sito strategico di interesse nazionale – ha sottolineato il Presidente della Regione Puglia – è giunto il momento di chiederci se non si debba prevedere un intervento della Cassa Depositi e Prestiti per finanziare, con un prestito oneroso, quel Piano Ambientale che corre il rischio di rimanere ancora al palo perchè privo di fondi. Gli unici veri argomenti che potrebbero aiutare il Paese a condividere un approccio costruttivo nei confronti del destino della grande fabbrica sono questi: quale futuro per la siderurgia nazionale e come trovare il punto di equilibrio tra i principi costituzionali di produzione, salute, ambiente e lavoro. Questi temi sono completamente assenti dal dibattito pubblico ed istituzionale con il risultato che sia Taranto che tutti gli altri territori interessati dalle grandi produzioni industriali, restano senza una risposta netta e perdono ogni giorno fiducia nei confronti di tutte le istituzioni di governo. Ci sono molte domande – ha concluso Vendola – che inducono a chiedere al governo di convocare un tavolo che, con un chiaro indirizzo politico, affronti il problema con la necessaria e profonda riflessione tecnico-giuridica”.
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