Coldiretti organizza il flash mob 'Sos Ortofrutta': agricoltori regalano ortaggi invenduti a Michele Emiliano e Loizzo
I partecipanti hanno chiesto interventi di sostegno al settore attraverso campagne di comunicazione sulla sana e corretta alimentazione a base di prodotti ortofrutticoli pugliesi

E’
deflazione shock con il crollo del 60 per cento dei prezzi delle verdure nei
campi, ma i consumatori non lo sanno perché sui banchi di vendita di piccola,
media e grande distribuzione la forbice dei prezzi dal campo alla tavola è
sempre troppo larga.
Per questo Coldiretti Puglia ha
donato le verdure di stagione ai consiglieri regionali, agli assessori e ai
Presidenti di Consiglio e Giunta, Loizzo ed Emiliano, per manifestare lo stato di disagio
che gli agricoltori vivono in campagna e chiedere interventi di sostegno al
settore attraverso campagne di comunicazione sulla sana e corretta
alimentazione a base di prodotti ortofrutticoli pugliesi e favorendo la vendita
nelle strutture della distribuzione organizzata. L’orticoltura rappresenta un
comparto fondamentale dell’agricoltura pugliese contribuendo con una quota di
oltre il 30% alla formazione del valore aggiunto delle coltivazioni agricole.
In Puglia risulta coltivato circa 1/4 della superfice complessiva nazionale
destinata agli ortaggi. L’ortofrutticoltura è uno dei settori chiave
dell’agricoltura pugliese, con un valore nel 2015 di 1.087.600.000 euro di
Produzione Lorda Vendibile.
“Contro la crisi della quarta settimana e il
crollo dei consumi – spiega il Presidente di Coldiretti Puglia,
Gianni Cantele –
diviene determinante il riequilibrio nei rapporti tra imprese agricole,
distribuzione e consumatori con accordi e controlli per la verifica dei
margini. Per questo chiediamo al Governo della Regione Puglia di avviare
iniziative di sostegno con gli ipermercati e di dare corpo e sostanza alla
legge che già nel 2008 aveva previsto l’obbligo dell’utilizzo nelle mense
pubbliche, tramite previsione nei relativi bandi, di prodotti agricoli di
origine regionale in misura non inferiore al 50%, il coinvolgimento
diretto delle grandi e medie strutture di vendita che operano sul
territorio regionale, anche tramite realizzazione di spazi espositivi in
esclusiva, oltre all’utilizzo delle imprese esercenti attività di ristorazione
o di vendita al pubblico attraverso il loro inserimento in campagne regionali
di immagine, nonché disposizioni in materia di vendita diretta da parte degli
imprenditori agricoli e di controlli”.
Il 56 per
cento delle famiglie pugliesi ha ridotto gli sprechi facendo la spesa in modo più
oculato magari direttamente dal produttore con l’acquisto di cibi più freschi
che durano di più, il 34 per cento ha ridotto le dosi acquistate, il 27 per
cento utilizzando quello che avanza per il pasto successivo e il 18 per cento
prestando più attenzione alla data di scadenza.
“Probabilmente non è ipotizzabile una legge
che obblighi gli ipermercati – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia,
Angelo Corsetti –
a vendere prodotti locali, è invece praticabile l’ipotesi di preferire, nel
rilascio delle autorizzazioni, quelle strutture che nella loro organizzazione
commerciale e, quindi, nel loro regolamento societario dimostrano di saper
valorizzare i prodotti legati al territorio ove si individuino
approvvigionamenti di prodotti tipici direttamente dalle imprese locali a
vantaggio sia della regione ospitante sia dei consumatori, per cui il prezzo
finale non è gravato da ulteriori costi di trasporto. In una regione come la
nostra che ha la leadership nella produzione di ortofrutta bisogna assicurare
la disponibilità ai consumatori di produzioni locali che non essendo soggette a
lunghi tempi di trasporto garantiscono freschezza e genuinità uniche”.
In Puglia
arrivano carciofi dall’Egitto, angurie dalla Grecia, pomodori dal Marocco,
passata di pomodoro dalla Cina, ciliegie dalla Turchia e una volta entrati
diventano ‘made in Italy’. Bisogna mettere in campo ogni strumento utile
ad impedire che prodotti di dubbia provenienza vengano spacciati per prodotti
di qualità, quando di qualità non sono e la cui commercializzazione arreca
danno all’economia regionale, mina il reddito delle imprese agricole e si
traduce in una truffa per i consumatori, ignari di quello che acquistano e
mangiano.
Già nel 2008
la Regione Puglia aveva accolto una specifica richiesta avanzata dalla
Coldiretti, nella Legge n. 38 del 19 dicembre 2008, tendente a preferire nella
ristorazione collettiva, gestita dalle Istituzioni pubbliche, i prodotti “biologici
e tradizionali nonché quelli a denominazione protetta ed ad indicazione
geografica tipica, dando valore preminente alle tipicità della regione Puglia.
L’aumento dei
prezzi dal campo alla tavola è favorito dalla mancanza di trasparenza nel
commercio al dettaglio dove non viene rispettato l’obbligo di esporre sui
cartellini, oltre al prezzo, l’origine, la varietà e la qualità della frutta e
verdura in vendita previsto dalla legge per consentire ai consumatori di fare
confronti omogenei e di scegliere i prodotti più convenienti. E’ stringente la
necessità di chiudere la porta alle speculazioni con l’applicazione del decreto
legislativo 306/02 che inasprisce le sanzioni per chi non rispetta le norme
dell’Unione Europea sulla qualità e commercializzazione di frutta e verdura.
L’obbligo di mettere l’etichetta sulla frutta e verdura fresca commercializzata
riguarda sia i prodotti confezionati che quelli venduti sfusi per i quali
possono essere utilizzati cartellini con l’indicazione della provenienza, della
varietà e della categoria qualitativa.