26 Aprile 2024 - Ore
Donna / Lavoro / Sviluppo e Lavoro

Tagliati i fondi per la Consigliera regionale di parità

Nonostante i successi contro le discriminazioni di genere in ambito di Formazione e Lavoro

“Io ti ascolto”. E’ questo il principio che muove l’attività della Consigliera regionale di parità e che Serenella Molendini, referente per la Puglia, ha voluto raccontare in una conferenza stampa in cui sono stati anche ricordati gli ultimi successi ottenuti in tema di discriminazioni di genere in ambito di Formazione e Lavoro. Ad esempio la vittoria dell’Ufficio della Consigliera Regionale di Parità, costituitasi in giudizio, con la Sentenza della Corte di Appello Lavoro di Bari del 13 ottobre scorso che ha confermato la disapplicazione del D.M. 88/99 Ministero dei Trasporti, confermando la sentenza di 1° grado, e la conseguente riammissione nel ruolo di Capo Treno di una lavoratrice, vincitrice di concorso, discriminata indirettamente per genere a causa della sua altezza. Il Decreto Ministeriale, impugnabile in toto, in una eventuale prossima causa discriminatoria, per la Corte non tiene presente la fisiologica differenza di altezza fra donne e uomini della medesima età, di fatto annullando la figura femminile e paragonandola a quella maschile.
Le Consigliere di Parità sono a tutti gli effetti dei Pubblici Ufficiali, soggette terze, nominate dal Ministero del Lavoro con il ruolo di contrastare e rimuovere le discriminazioni di genere in ambito lavorativo, ma anche nei confronti di Giunte costituite senza bilanciamento delle presenze dei generi (legge del Rio, prevede minimo 40% per genere), per contro con le correlate responsabilità anche penali. Con i tagli finanziari però, sono prive di fondi e risorse, senza una indennità dignitosa, e di conseguenza bloccate nell’esecuzione del loro lavoro. Pensate un po’, 16 euro lordi. Una discriminazione per chi è chiamato a vigilare contro le discriminazioni.

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