19 Aprile 2024 - Ore
Istruzione

Mobilità, #nastrinirossidocentipugliesi:’Primo giorno di scuola dal sapore amaro’

Tanti i disagi legati alle conseguenze della deportazione forzata al nord degli insegnanti meridionali

Primo giorno di scuola offuscato da un velo di amarezza per docenti e studenti. I docenti pugliesi riuniti nel gruppo dei #nastrinirossi hanno illustrato la situazione degli insegnanti che hanno dovuto lasciare le proprie famiglie per andare a lavorare nelle scuole del centro e nord Italia. “Sono numerosi i disagi legati alle conseguenze della deportazione forzata al nord degli insegnanti meridionali – spiega una nota –  Docenti come pacchi postali che nervosamente fanno su e giù dallo Stivale tra un fine settimana e l’attesa delle assegnazioni provvisorie (quei posti a tempo determinato), che continuano a ritardare e che almeno in Puglia salveranno, anche solo sino a giugno, tantissimi dei tremila prof assegnati fuori Regione. Loro sono i “deportati” della Buona scuola che hanno vissuto con tristezza, lontano dagli Istituti dove hanno insegnato per anni, la campanella che ha dato il via alle attività scolastiche”.
 In alcuni casi, si sono verificate situazioni paradossali: è il caso di Caterina, docente di sostegno, assegnata ad una scuola della provincia di Roma dove in realtà non c’è una cattedra per lei, o di Aldo, chiamato in una scuola nella provincia padovana che, poche ore dopo aver effettivamente preso servizio, ha ricevuto una mail dalla segreteria che lo avvisava di essere diventato improvvisamente in esubero ed ora si trova in attesa di una scuola definitiva che ancora non arriva. “Un ruolo che ha precarizzato più di prima inghiottendo anche le loro vite – continua la nota – malgrado i posti in deroga vacanti al Sud ci siano numerosissimi. Ma il disagio è come sempre un concatenarsi di problemi, a scuola iniziata, le famiglie dei ragazzi disabili aspettano il docente di sostegno che li guiderà per tutto l’anno ma su cui poi non potranno fare più affidamento dall’anno prossimo, con grave danno nell’apprendimento e nella continuità” .
“Eppure le soluzioni, a breve e lungo termine, ci sarebbero e salvaguarderebbero tutti – scrivono i docenti pugliesi riuniti nel comitato spontaneo dei “Nastrini rossi” – basterebbe aprire l’organico dell’autonomia e permettere a tutti di riavvicinarsi a casa, per evitare tanti passaggi inutili. I posti al Sud, nonostante i proclami di Renzi, ci sono, e gli studenti meridionali hanno gli stessi diritti di quelli settentrionali: noi continueremo a chiedere a gran voce che tutti siano salvaguardati, senza distinzione tra docenti di ruolo e precari, secondo la normativa, ma ci aspettiamo dal Governo centrale lo stesso sostegno e la volontà di risolvere i problemi che ci stanno dimostrando i politici regionali, in tutte le Regioni del Sud, a partire dalla Puglia”. 
Un nuovo anno che non di certo inizia nel migliore dei modi. Ma che anzi ha già  messo a dura prova la serenità dei docenti, degli alunni, delle loro famiglie…

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