Bari, don Luigi Ciotti incontra gli studenti: 'La legalità non diventi un idolo, il cambiamento deve partire dai giovani' (VIDEO)
Il fondatore di 'Libera' al liceo Salvemini per presentare la Giornata della memoria del 21 marzo: 'L'arte può portare un contributo alla lotta contro le mafie'

Prosegue la marcia di avvicinamento al 21 marzo 2018, la data scelta per celebrare
la 23esima Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime
innocenti delle mafie. Per la terza volta nella sua storia, l’associazione ‘Libera’
ha scelto una città pugliese per organizzare la grande marcia che ricorda tutte
le vittime innocenti delle mafie. Dopo le edizioni di Casarano nel 2000 e Bari
nel 2008, sarà la città di Foggia ad ospitare la manifestazione.
Questa mattina il Fondatore di ‘Libera’, don Luigi Ciotti, ha incontrato
gli studenti delle scuole baresi e della Bat nel liceo scientifico ‘Gaetano
Salvemini’ di Bari. Il sacerdote ha ricordato che “l’arte può portare un
contributo alla lotta contro le mafie” prendendo come esempio ‘Lea’, la rappresentazione
teatrale interpretata dagli alunni del Salvemini basata sulla drammatica
vicenda di Lea Garofalo, testimone di giustizia che nel 2009 fu torturata e uccisa
dalla ‘ndrangheta che poi diede alle fiamme il suo corpo.
“Il teatro e la musica hanno un ruolo
fondamentale per il risveglio delle coscienze – ha continuato don Ciotti -. L’arte
rende gli studenti attenti, sensibili e curiosi. Io ho sempre creduto nel ‘noi’,
mi sento piccolo davanti all’immensità dei problemi che ci circondano. Sono
convinto che il cambiamento non è opera di navigatori solitari, ma ha bisogno
di ciascuno di noi. Il primo passo si compie a scuola, quando si sviluppa la
voglia di conoscere. Se la scuola non allena alla vita non risponde alla sua
funzione”.
Don Ciotti ha ricordato Stefano Fumarulo, dirigente regionale scomparso nel
2017 e compagno di numerose battaglie contro l’illegalità: “Il mio cuore va a
Stefano – ha detto il sacerdote rivolgendosi agli studenti –, l’ho conosciuto
quando era un ragazzino ma ho colto la sua grande generosità. È stato un
sostenitore di Libera, l’ha vista nascere e ci ha dato una mano non indifferente
durante l’esperienza a Città del Messico. È stato un punto di grande
riferimento per questa regione, si è battuto per la dignità e i diritti delle
persone, dai migranti alle fasce più povere. Lui non c’è più ma tocca a noi
fare in modo che resti vivo”.
Il fondatore di ‘Libera’ ha ricordato la sua vita da emigrante a Torino e i
giudizi dei suoi coetanei a causa della difficile condizione economica della sua
famiglia: “La mia famiglia era povera ma dignitosa. Noi in questo momento siamo
responsabili delle nostre parole. Abbiamo bisogno di parole che ci avvicinano e
non quelle che umiliano e minacciano. Facebook è uno strumento importante che
però deve essere utilizzato in maniera giusta, senza lasciar spazio ad insulti
razzisti”. Tornando al tema della mafia, Ciotti ha ripreso la profezia di don
Luigi Sturzo: “Le mafie risaliranno dal Sud fino al Nord e saranno sempre più
forti, fino a superare le Alpi”. “Non facciamo della legalità un idolo, una
bandiera che tutti usano – ha concluso -. Questa parola deve diventare vita
trasformandosi in lavoro, casa, servizi sociali e sanitari. In Italia il livello
di corruzione è aumentato in maniera impressionante perché molti hanno scelto
la legalità malleabile e sostenibile. Portiamo nelle scuole la parola legalità
saldandola a ciò che viene prima, ovvero la responsabilità”.