Al Teatro Kismet doppio appuntamento per la fine settimana
Oggi Cantieri Koreja con 'Il matrimonio', domani Fontemaggiore teatro con 'Le avventure di Pinocchio'
Pubblicato in
Cultura e Spettacoli
il 15/11/2014 da Redazione
Adattato e diretto da Salvatore Tramacere, con Francesco Cortese, Giovanni De Monte, Carlo Durante, Erika Grillo, Anna Chiara Ingrosso, Emanuela Pisicchio, Fabio Zullino, “Il matrimonio” – commedia in due atti - torna in teatro con i suoi personaggi divertenti, quasi buffi. Personaggi catapultati ai nostri giorni che nascondono inquietudini e abissi di solitudine. Al centro di questa rilettura del testo, ancora una volta, l’uomo e i suoi conflitti visti attraverso uno schermo: sembra di assistere ad una trasmissione televisiva dove uomini e donne cercano l’intimità grazie a un sensale mediatico e proprio come in una trasmissione televisiva dove tutto è finto, costruito alla perfezione, si confrontano a botte di colpi di scena e lasciano spazio alla spettacolarizzazione del pianto e della tragedia che diventa la vera protagonista. A questo punto il teatro non può far altro che interessarsi all’uomo e analizzarlo senza pietà.
Ne “Le avventure di Pinocchio”, Fontemaggiore teatro – con la regia di Maurizio Bercini – propone un altro sguardo su Pinocchio, un'altra lettura di un libro che, come tutti i classici, non finisce mai di stupire. Questa volta un Pinocchio ormai adulto, capita per caso nel Granteatro dei Burattini. Lo spettatore “casuale” pescato in platea per colpa dello squillo di un cellulare, re-incontrerà i personaggi più importanti della storia di Pinocchio, della “sua” storia. Si ritroverà burattino tra i burattini, cane alla catena, ammonito dal Grillo, accusato dalla Fatina. Incontrerà il serpente sibilante, il giudice gorilla, le faine canterine e di nuovo, finalmente, il suo babbino nella pancia del pescecane. E così, sollecitato da queste apparizioni, trasformerà il suo rifiuto a riconoscersi Pinocchio, nella voglia di finire la storia, per poterla ricominciare, rivivendo la sua infanzia a ritroso fino a diventare di nuovo, il solito ceppo d’albero fatato.