Sono stati riaperti al pubblico i nuovi spazi museali allestiti nel complesso monumentale di Santa Scolastica nell’ambito dei lavori che restituiranno alla città il grande patrimonio archeologico della terra di Bari. In particolare, grazie al completamento del restauro del portico e di alcuni ambienti dell’ex convento, sarà aperta al pubblico la sezione dedicata all’archeologia di Bari, che espone reperti provenienti da scavi effettuati, anche in tempi recenti, in vari luoghi della città.
L’intervento è stato possibile grazie a finanziamenti del Ministero per i Beni e le attività culturali e della Regione Puglia e precede di qualche mese l’apertura delle sezioni museali allestite al piano terreno e al primo piano di Santa Scolastica con i reperti delle collezioni provinciali.
“Restituiamo ai baresi un pezzo della storia di Bari – ha dichiarato il sindaco Decaro-. Questo non è solo un contenitore culturale riaperto alla fruizione del pubblico ma è anche un bene storico e architettonico che torna nella disponibilità dei cittadini e che forse in pochi conoscono, penso soprattutto alle giovani generazioni. Non a caso abbiamo voluto riaprire queste sale con un’esposizione dedicata esclusivamente alla città di Bari, composta da reperti frutto di ritrovamenti e indagini portate avanti proprio sul territorio cittadino. Riaprire al pubblico, nonostante l’operazione di restauro e riqualificazione continuerà al piano superiore, è stata una scelta di consapevolezza e di strategia, perché da un lato crediamo fortemente nel valore del nostro patrimonio storico, artistico e culturale e della sua capacità attrattiva e di coinvolgimento, dall’altro sappiamo che Bari non può più aspettare: ogni giorno centinaia di turisti, provenienti da ogni parte del mondo, attraversano i vicoli della città vecchia alla ricerca delle tracce della storia e dell’identità della nostra città. Il bastione e l’intero complesso di Santa Scolastica, con le collezioni di reperti archeologici che qui saranno esposte, sono una fedele e autentica testimonianza delle vestigia del nostro passato”.
“L’apertura al pubblico di nuovi spazi museali all’interno del complesso monumentale di Santa Scolastica costituisce un ulteriore passo in direzione della restituzione alla città, con una veste profondamente rinnovata, del Museo Provinciale di Bari – ha affermato il Soprintendente Luigi La Rocca -. Il completamento dei lavori di restauro del portico e di alcuni ambienti del convento ha consentito di aprire al pubblico la sezione dedicata all’Archeologia di Bari e di esporre, in alcuni casi per la prima volta, reperti archeologici di proprietà statale o già presenti nella collezione della città metropolitana, provenienti dagli scavi effettuati in diversi punti della città”.
Le nuove sale riaperte del Museo Archeologico S. Scolastica – Bari.
Il percorso di visita delle nuove sale del Museo Archeologico di S. Scolastica, allestite negli ambienti dell’omonimo monastero medievale, riprende le mosse dal bastione aragonese, con le stratificazioni plurisecolari che la ricerca archeologica ha evidenziato. In continuità con il palinsesto archeologico del bastione, la sezione “Archeologia di Bari”, allestita in un arioso ambiente porticato, scende nel dettaglio dei reperti attraverso una ricca selezione dei contesti archeologici più significativi che possono documentare per grandi tappe il percorso di formazione del centro antico dal villaggio alla città con le sue possenti cortine murarie. In un viaggio a ritroso nel tempo, dal Medioevo (1100) fino all’età del Bronzo (1800 a.C.), una lunga vetrina accoglie in sequenza, come in un’ideale stratigrafia, gli oggetti del quotidiano, con esemplari anche di pregio, e del rituale funerario.
Alcune epigrafi commemorative e funerarie medievali rimandano alle vicende del complesso monastico legate alle figure delle potenti e ricche badesse che lo governarono, una delle quali, Adriana Gerunda, effigiata sul coperchio di un sarcofago in pietra in esposizione ( fig. 1).
Le scarne testimonianze della romana Barium, attestata da strutture residenziali ed edifici a carattere pubblico, sono state recentemente incrementate dal ritrovamento di parte di una domus in strada Annunziata che ha restituito, tra l’altro, uno splendido esemplare di bicchiere in vetro di produzione siro-fenicia databile ai secoli I-II (fig. 2). .Vengono inoltre esposte sei epigrafi funerarie di età romana imperiale con riferimenti alla società dell’epoca.
Di Bari peucezia, che nel IV secolo a.C. appare cinta da possenti mura, visibili nei cortili del monastero, ben documentate sono le necropoli. In esposizione una serie di corredi di età arcaica e classico-ellenistica ( VI-IV a.C), tra cui spicca il corredo rinvenuto in piazza S.Pietro, nel 1912, da Michele Gervasio, direttore del Museo Archeologico di Bari, (fig.3). Un’ immagine ingrandita degli scavi in piazza S. Pietro, successivamente ripresi nel 1927, documenta l’interesse di tale area archeologica, parte integrante del percorso di visita del Museo. Una parte saliente dell’esposizione è dedicata alla documentazione del grande villaggio protostorico tra età del Bronzo ( 1800- 1100 a.C.) ed età del Ferro ( 900-700 a.C.), che occupava la punta del promontorio dell’odierna Città vecchia. Viene in tal caso riproposta la ricostruzione della sequenza stratigrafica relativa, sulla base degli scavi nel monastero negli anni settanta, e della capanna dell’età del Bronzo rinvenuta a S.Maria del Buon Consiglio.
A seguire, in un lungo ambiente voltato che prospetta su uno dei cortili del monastero in cui affiorano preesistenze archeologiche dell’area, una mostra documentaria illustra i recenti lavori di ricerca e restauro, e propone immagini, arredi d’epoca e documenti dello storico Museo della Provincia di Bari.
La successiva sala “Vita nel Monastero” conserva a vista le emergenze archeologiche di fasi diverse. Ben evidenti sono alcuni pozzi, uno dei quali, riutilizzato come immondezzaio del monastero, ha restituito ceramiche da mensa di età rinascimentale, come un pregiato catino policromo (fig. 4), e di uso comune.
Sul fondo della sala la vita nel monastero viene raccontata dalle immagini accattivanti di una swipe – story.
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