La compagnia Fibre Parallele compie 10 anni: fino a domenica 17 un lungo focus diviso tra Abeliano e Kismet
Gli spettatori avranno la possibilità di apprezzare tutti gli spettacoli della compagnia

La compagnia Fibre Parallele compie dieci anni di attività artistica e
festeggia con i Teatri di Bari, dando l’occasione al pubblico di apprezzare
tutti i suoi spettacoli in una lungo focus, diviso tra Kismet e Abeliano. Dopo Mangiami l’anima e poi
sputala in scena ieri e stasera, giovedì 14 e
venerdì 15, sempre all’Abeliano alle
21.00, è la volta di Due di Licia Lanera e Riccardo Spagnulo, con in scena
la Lanera. Confinata tra quattro pareti, in uno spazio immaginario, della
mente, c’è quello che rimane della vita di una donna, la cui storia d’amore è
finita con un addio. Lui l’ha lasciata per un altro uomo, lei lo ammazza. E’ un
ritorno al massacro, in cui la narrazione si fonde con l’azione scenica e il
bianco della purezza e dell’infermità si confonde con il nero della cronaca. Il
rosso sta per il sangue. Il vero racconto riguarda un momento, quello del
forchettone che la donna pianta nel collo dell’amato, senza pietà alcuna:
inizia così la lotta esasperata tra la vita e la morte, che si conclude con
l’annientamento finale.
La prima settimana del Focus Fibre termina
il 16 e 17 gennaio, all’Abeliano
alle 21.00, con Furie de
sanghe di Riccardo Spagnulo, regia e spazio Licia Lanera con
Sara Bevilacqua, Corrado la Grasta, Licia Lanera, Riccardo Spagnulo, voce del
capitone Demetrio Stratos.
Furie de sanghe significa, in dialetto
barese arcaico, emorragia cerebrale. Furie de sanghe è un pensiero, è un verme,
anzi un capitone che cresce nella testa, diventa possente, si agita nervoso,
cerca una via d’uscita. Furie de sanghe sono i cattivi pensieri, le fissazioni.
Quando l’emorragia scoppia è sangue che si versa, è dolore, rumore,
ammutinamento. Quella che vogliamo raccontare è una una Bari, archetipica e
infelice, un pezzo di terra che puzza di pesce andato a male e che si
brutalizza per la sua ignoranza, che stupra l’umano con la sua violenza. Una
famiglia di tre persone e un capitone. Arriva una nuora indesiderata e allo
stesso tempo molto desiderata: è scompiglio, cattiveria, amplificazione
della piccola violenza quotidiana. La lingua barese suggella il senso di
aggressività: arriva sincopata, tagliente e prepotente in faccia alle persone,
come uno sputo; sfonda ogni regola sociale, invade lo spazio, se lo ingoia e
poi lo risputa con la stessa violenza di un colpo di mannaia. E’ la lingua che
grida parole infami e che sussurra pettegolezzi, la lingua che mozza le parole:
parole mutilate, parole spezzate, parole scomposte, parole sverginate. In una
comunicazione primordiale, archetipo barbarico, crudele rito tribale.
Il Focus Fibre Parallele proseguirà poi la
settimana successiva al Kismet, con Have I none (19 e 20
gennaio); Duramadre (21 e 22 gennaio); Lo splendore
dei supplizi (23 e 24 gennaio).
Abbonamento speciale 42 euro per sei spettacoli.