Attentato alla "Morvillo Falcone" di Brindisi, il Csm censura il pm Dinapoli
Decisione della commissione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura. Per il Csm "il procuratore interferì sull'operato del Gip di Lecce"
Pubblicato in
Cronaca
il 22/11/2013 da Gian Vito Cafaro
Il pm era accusato di aver "ingiustificatamente interferito" nell’attività
della Direzione distrettuale antimafia di Lecce a cui era stata trasferita l’inchiesta a carico di Giovanni Vantaggiato, reo confesso dell’attentato
compiuto il 19 maggio del 2012 davanti alla scuola "Morvillo Falcone" e in cui perse la vita la studentessa Melissa Bassi.
Il Csm ha dunque accolto la richiesta del sostituto Procuratore generale della Cassazione Vincenzo Geraci, che aveva sollecitato la condanna per Dinapoli.
Il procuratore brindisino, secondo il Csm, ha tenuto una condotta tale da incidere sulle valutazioni tecniche di competenza del Gip di Lecce Casciaro che doveva esprimersi sulla sussistenza dell’aggravante di terrorismo. La valutazione del Gip avrebbe permesso di stabilire se l'inchiesta sulla strage della Morvillo dovesse restare a Lecce o tornare a Brindisi. In quella circostanza Dinapoli telefonò alla collega chiedendole se aveva documentazione sufficiente sull’aggravante di terrorismo e si occupò di inviarle materiale utile al lavoro del Gip.
Il difensore del procuratore, Alfonso Pappalardo, aveva invece chiesto per il suo assistito la piena assoluzione per insussistenza degli addebiti spiegando che "non c’è stata alcuna interferenza né alcun comportamento scorretto ma solo una“legittima interlocuzione”.
Il Csm ha dunque accolto la richiesta del sostituto Procuratore generale della Cassazione Vincenzo Geraci, che aveva sollecitato la condanna per Dinapoli.
Il procuratore brindisino, secondo il Csm, ha tenuto una condotta tale da incidere sulle valutazioni tecniche di competenza del Gip di Lecce Casciaro che doveva esprimersi sulla sussistenza dell’aggravante di terrorismo. La valutazione del Gip avrebbe permesso di stabilire se l'inchiesta sulla strage della Morvillo dovesse restare a Lecce o tornare a Brindisi. In quella circostanza Dinapoli telefonò alla collega chiedendole se aveva documentazione sufficiente sull’aggravante di terrorismo e si occupò di inviarle materiale utile al lavoro del Gip.
Il difensore del procuratore, Alfonso Pappalardo, aveva invece chiesto per il suo assistito la piena assoluzione per insussistenza degli addebiti spiegando che "non c’è stata alcuna interferenza né alcun comportamento scorretto ma solo una“legittima interlocuzione”.
Dinapoli davanti alla commissione disciplinare del Csm ha spiegato che non aveva avuto
alcuna intenzione di interferire: "ero convinto di essere di
aiuto non di ostacolo al giudice che doveva decidere”, ha detto il procuratore.