19 Aprile 2024 - Ore
Cronaca / Sviluppo

‘Libere di danzare’, laboratorio rivolto alle detenute del carcere di Bari

Un modo per aiutare le donne detenute a rielaborare i propri vissuti, recuperare la propria dimensione individuale

È stato presentato a Palazzo di Città, alla presenza dell’assessora al Welfare Francesca Bottalico e della presidente dell’associazione culturale “A Mick” Elisabetta Pennelli, il progetto “Libere di danzare”, un laboratorio di espressione artistica rivolto alle detenute del carcere di Bari.
Il progetto, che gode del patrocinio del Comune, nasce in collaborazione con le associazioni culturali “Le ali di Iside” e “Gens Nova”, presiedute da Marilena De Letteriis e Antonio La Scala.
“Il progetto “Libere di danzare” che l’Assessorato al Welfare promuove oggi con l’associazione A Mick” – ha dichiarato Francesca Bottalico – è coerente con l’impegno di questo assessorato di attraversare i luoghi, i tempi, le storie personali dei soggetti che si trovano in momenti di particolare fragilità. Un modo per aiutare le donne detenute a rielaborare i propri vissuti, recuperare la propria dimensione individuale, offrirsi la possibilità di scelte diverse oltre e dopo il carcere. Questa attività è particolarmente importante in questa settimana dedicata all’infanzia e incentrata sui temi dell’inclusione e della legalità.”
“Essere in carcere vuol dire essere privati della propria libertà – ha spiegato Elisabetta Pennelli, ideatrice del progetto “Libere di danzare” – ma, a volte, può significare essere ostacolati anche nella propria dignità. La realtà carceraria è sicuramente dura per tutti i detenuti, ma per le donne ha una valenza ancora più forte. L’unico modo per poter evadere da un contesto interiore così opprimente è quello di esternare in qualche modo le proprie emozioni e di ritornare a conoscere ed apprezzare il proprio corpo e il proprio animo. Il modo in cui questo progetto pensa di poter contribuire al raggiungimento della valorizzazione della donna detenuta è la creazione di un laboratorio artistico all’interno delle carceri che punti sulla “danza terapia”, nel nostro caso la danza medio-orientale, come sistema per sollecitare l’area emotiva delle detenute portandole, a passo di danza, a rafforzare la capacità di manifestare positivamente i propri vissuti emotivi, sostenendo il superamento di paure e fobie con il chiaro intento di migliorarne l’ autostima”.
Il progetto “Libere di danzare”, condotto da tre danzatrici dell’associazione culturale “Le ali di Iside”, sarà rivolto a tutte le detenute ritenute idonee dalla Direzione Penitenziaria e partirà il prossimo 27 novembre (tutti i giovedì dalle ore 16.00 alle ore 17.30).

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