19 Aprile 2024 - Ore
Cronaca

Torino, omicidio del 34enne di origini salentine: l’assassino si consegna alle forze dell’ordine

Stefano Leo fu ritrovato senza vita sulla riva del fiume Po lo scorso 23 febbraio.

Si è consegnato alle forze dell’ordine l’assassino di Stefano Leo, il 34enne di origini salentine ma residente a Torino trovato morto in riva al Po lo scorso 23 febbraio. Said Machaouat, 27enne di origini marocchine, ha deciso di confessare. Il reo confesso non conosceva la vittima; secondo i primi accertamenti sembra che il fermato fosse depresso per la separazione dalla ex moglie. L’arma del delitto, un coltello da cucina nascosto in una cassetta dell’Enel e fatto ritrovare dal fermato, sarà inviata ai Ris di Parma per ulteriori accertamenti tecnici.

L’uomo, Said Machaouat, un italiano di origini marocchine, è stato trattenuto fino alla tarda serata di domenica in via Valfrè, negli uffici dell’Arma, dove è stato portato dopo che si era presentato spontaneamente in Questura. “Quello in riva al Po l’ho ucciso io”, ha detto in modo confuso agli agenti, che hanno subito allertato i carabinieri, titolari dell’indagine. Trasferito al Comando provinciale, alla presenza del suo legale di fiducia, è iniziato l’interrogatorio, durato oltre tre ore. Il lavoro investigativo condotto in questo mese dai militari dell’Arma e dai magistrati ha consentito loro di trovare i primi riscontri alla confessione. Tra cui la presunta arma del delitto, un affilato coltello da cucina nascosto in una cassetta dell’Enel di piazza d’Armi. Restano però ancora molto punti da chiarire, a cominciare dal movente di un delitto tanto efferato quanto misterioso. 

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