Xylella, nasce discoteca al posto degli alberi eradicati. Movimento 5 Stelle: 'Una follia, fuori i responsabili'
Il consigliere pentastellato Cristian Casili:'’ Inconcepibile che le nostre campagne si trasformino in discoteche'

Il 18 febbraio 2015 viene acquistato un terreno in contrada Fontana, zona
Li Sauli, a pochi passi da Gallipoli. Dopo pochi giorni arriva la perizia che
stabilisce l’abbattimento di 16 ulivi secolari malati di Xylella Fastidiosa.
Oggi, a distanza di 9 mesi, il terreno è sgombro dalle piante, abbattute
nell’ambito del Piano Silletti bis. Il Comune di Taviano ha così approvato
una variante al proprio piano regolatore per la realizzazione di una
discoteca in un’area destinata al verde agricolo proprio in Contrada Fonatana,
zona Li Sauli.
“Un’autentica follia” non si fa attendere il commento spietato del consigliere M5S salentino Cristian Casili.
“Ci chiediamo come mai la Regione dia parere favorevole a questi scempi
paesaggistici? - dichiara il consigliere salentino del Movimento 5 Stelle - Richiederò
personalmente all’Assessore alla Pianificazione territoriale arch. Curcuruto tutti
gli atti autorizzativi e i verbali della conferenza di servizi relativi al progetto di una
discoteca in una zona agricola dove tra l’altro sono stati espiantati degli
ulivi con la scusa della presenza della Xylella, - dichiara Casili che incalza - anche qui vogliamo
vederci chiaro e capire chi ha autorizzato questi abbattimenti. I Comuni come Taviano che hanno strumenti urbanistici
obsoleti e anacronistici, devono essere obbligati ad adeguarli ai nuovi indirizzi di pianificazione del
territorio fino ad allora la Regione Puglia deve annullare queste conferenze di
servizi aventi in oggetto richieste di deroga agli strumenti urbanistici
comunali visto il processo messo in atto nella governance del territorio. E’ inconcepibile che le
nostre campagne si trasformino in discoteche, - conclude il pentastellato
- senza preoccuparsi delle ulteriori ricadute che un tale atto di
trasformazione può comportare sulle condizioni già critiche della nostra
agricoltura.”