Trivelle nell'Adriatico, i movimenti ambientalisti: 'Le Tremiti soltanto la punta dell'iceberg, a breve altri 13 decreti '
I coordinamenti No Ombrina, Trivelle Zero Molise e Trivelle Zero Marche: 'Serve una moratoria, agire anche a livello comunitario'

"Tutto l'Adriatico nelle mani esclusive dei
petrolieri. Il permesso di ricerca rilasciato davanti alle Tremiti e a Termoli
alla Petroceltic è solo un assaggio amaro e tra poco sarà un vero e proprio far
west conun quadro devastante che si aggiunge alle decine di titoli minerari già
rilasciati. E' necessaria una moratoria immediata, si tratta di settimane"
dichiarano il Coordinamento No Ombrina, Trivelle Zero Marche e Trivelle Zero
Molise.
I tre movimenti hanno prodotto un quadro riassuntivo aggiornato a ieri delle
richieste dei petrolieri per tutto l’Adriatico, dal Veneto alla Puglia. I dati sono tratti dal sito dell'UNMIG del
Ministero dello Sviluppo Economico. Sono state considerate le istanze di
Permesso di Ricerca, Permesso di Prospezione e Concessione di Coltivazione in
tutto o in parte ricadenti oltre le 12 miglia, in quanto con la legge di
stabilità entro le 12 miglia non sarà più possibile rilasciare altri titoli
minerari. Per ogni istanza si riporta il codice, la società richiedente,
l'estensione e brevemente lo stadio dell'iter amministrativo. Tutto ciò si
aggiunge ai titoli già vigenti.
In tutto ci sono ben 23 istanze dei petrolieri
che interessano praticamente tutto l’Adriatico, con milioni di ettari richiesti. Di
queste ben 13 istanze di Permesso di Ricerca
sono in dirittura d’arrivo, perché per 9 il Decreto finale del Ministero
dello Sviluppo Economico è atteso a momenti e per altre 4 sta per essere
emanato il Decreto di Compatibilità Ambientale da parte dei Ministeri
dell’Ambiente e dei Beni Culturali dopo il parere positivo della Commissione
VIA nazionale dello scorso 15 maggio 2015. Pochi mesi e anche queste istanze
saranno quindi definite. Più
lungo l’iter che attende le altre 10, di cui sette istanze di permesso
di Ricerca e tre di Concessione di Coltivazione.
Tra i decreti del MISE attesi quelli delle istanze di
prospezione della Spectrum Geo (di 1,45 e 1,63 milioni di ettari
rispettivamente) e della Petroleum Geoservice Asia Pacific (di 1,4 milioni di
ettari) che riguardano aree immense dell’Adriatico e i 5 richiesti dalla
Northern Petroleum di fronte alla Puglia tra Bari e Brindisi.
Invece la società Global Petroleum
Limited a breve otterrà i decreti di compatibilità ambientale da parte del
Ministero dell’Ambiente edei Beni Culturali, a cui seguirà quello definitivo del
MISE, per quattro istanze contigue tra
Barletta e Brindisi.
Di fronte alle Marche è invece la
Apennine Energy ad attendere a momenti il rilascio del Decreto finale del MISE per un’area di fronte alla provincia di
Fermo, anche se ora dovrà essere riperimetrata in quanto parzialmente
ricadente nelle 12 miglia.
Davanti alle coste marchigiane ed
abruzzesi sono ben 4 i permessi richiesti dalla
società ENEL Longanesi Developments, tra Ancona, S. Benedetto del Tronto e
Pescara. Ognuno di questi sfiora i 75.000 ettari. In questo caso
però, come per una richiesta dell’ENI di fronte a Rimini, l’iter è stato
avviato più recentemente e deve ancora essere attivata la procedura di
Valutazione di Impatto Ambientale.
Sempre di fronte a Rimini vi è una istanza di Permesso di
Ricerca ampia 43.000 ettari della Adriatic Oilmentre di fronte al delta
del Po vi sono due istanze di Concessione di Coltivazione, una molto vecchia
dell’AGIP che risulta avere il procedimento amministrativo aperto dal 1998
(sic!) e una molto più recente, del 2015, avanzata dalla società Po Valley
Operations PTY.
Infine ci sono istanze dall’iter più
travagliato, come l’istanza di Concessione di Coltivazione dell’ENI di fronte
alla costa chietina e un’ulteriore istanza della Petroceltic al largo delle Tremiti
che fu fermata da un ricorso al TAR degli Enti locali nel 2011.
Per
Coordinamento No Ombrina, Trivelle Zero Marche e Trivelle Zero Molise è urgente
un’immediata moratoria sul rilascio di nuovi titoli minerari nell’intero
Adriatico altrimenti ogni altra azione
rischia di arrivare con i buoi usciti dalla stalla. Tra l’altro l’unico referendum rimasto
purtroppo non incide sull’esito delle istanze nei mari italiani riferendosi
solo alla durata dei titoli già rilasciati entro le 12 miglia.
Il prossimo 17 gennaio a
Termoli si terrà una riunione di coordinamento dei movimenti che in Italia si
stanno battendo contro la devastazione e il saccheggio ambientale e sarà un’occasione per parlare anche delle
prospettive della lotta contro le trivelle.