29 Marzo 2024 - Ore
Ambiente

Rapporto ecomafia 2019, Puglia terza regione in Italia per infrazioni accertate

Sono 2.854 le infrazioni accertate, 751 sequestri effettuati, 2.669 persone denunciate e 8 arrestate

Nel Rapporto Ecomafia 2019 la Puglia è nuovamente al terzo posto nella classifica nazionale dell’illegalità ambientale con 2.854 infrazioni. L’abusivismo edilizio, i reati legati al ciclo dei rifiuti e quelli contro la fauna non accennano a diminuire.

Sono questi in sintesi i dati nazionali che emergono dal report annuale sulle illegalità ambientali di Legambiente.

“La nostra regione continua ad essere martoriata dalle discariche abusive, dagli abbandoni e dalla combustione illeciti dei rifiuti – ha dichiarato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia -. Gli abbattimenti delle costruzioni abusive continuano a essere sporadici: solo il 16,3% delle ordinanze di demolizione emesse sono state eseguite. A tal proposito, da sempre ribadiamo che il miglior deterrente al nuovo abusivismo rimane l’abbattimento degli immobili fuorilegge e quindi il ripristino della legalità. I numeri pugliesi di Ecomafia 2019 sono il frutto del capillare lavoro di controllo del territorio e di contrasto alle illegalità ambientali svolto in tutta la regione dalle Forze dell’Ordine e dalla magistratura che, ormai da quattro anni, possono contare sulla legge sugli ecoreati contro chi pensa di lucrare a danno della salute dei cittadini e del territorio”.

Nella classifica regionale 2018 dell’illegalità ambientale, la Puglia occupa nuovamente il terzo posto con 2.854 infrazioni accertate (il 10,6% sul totale nazionale), 751 sequestri effettuati, 2.669 persone denunciate e 8 arrestate. In quella nazionale le province di Bari, Foggia, Lecce, Taranto e Brindisi sono rispettivamente al terzo, sesto, decimo, undicesimo e sedicesimo posto con 711, 626, 473, 459 e 369 infrazioni accertate.         

 Nel ciclo illegale dei rifiuti la Puglia rimane al secondo posto con 947 infrazioni accertate (l’11,9% sul totale nazionale), 828 persone denunciate, 6 arrestate e 269 sequestri effettuati; a livello nazionale, Foggia, Bari e Brindisi sono rispettivamente al secondo, settimo e ottavo posto con 310, 123 e 120 infrazioni accertate.

Una delle inchieste più emblematiche è stata eseguita a febbraio scorso dalla Guardia Costiera del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Direzione Marittima di Bari, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. L’operazione, denominata Dirty Mirror, ha svelato un’attività organizzata dedita al traffico illecito di rifiuti speciali, anche pericolosi. Al centro dell’inchiesta un’azienda di Mola di Bari attiva nel settore delle costruzioni stradali, idriche e fognarie. In particolare, sarebbero state accertate dagli inquirenti, dal 2014 al 2017, più di 700 operazioni illecite di trasporto e smaltimento per oltre 18.000 tonnellate di rifiuti speciali, peraltro trasportati da soggetti privi di autorizzazione, non iscritti all’Albo nazionale dei gestori ambientali. L’indagine, durata circa due anni, ha preso avvio dal controllo di un camion che trasportava rifiuti e ha permesso agli investigatori di risalire all’attività della società di Mola di Bari, di cui sono stati esaminati oltre 1.200 Formulari di identificazione dei rifiuti (Fir) per un volume di quasi 34.000 tonnellate di rifiuti gestiti e smaltiti. L’espediente era quello di classificare rifiuti pericolosi per non pericolosi, simulando operazioni di trattamento mai avvenute.

Nel 2018 e nei primi 5 mesi del 2019, gli uomini della Guardia di Finanza del Comando Regionale Puglia hanno sequestrato 3.945 tonnellate di rifiuti industriali, 1.349 tonnellate di rifiuti urbani, 2.525 di rifiuti speciali e 11 discariche abusive e constatato un’evasione dell’ecotassa per un ammontare complessivo pari a euro 49.635.277,29.

Dal 2002 al 1 luglio 2019, in Puglia ci sono state 76 inchieste contro attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti, circa il 16,5% delle inchieste su tutto il territorio nazionale. Queste hanno portato a 201 ordinanze di custodia cautelare, 549 persone denunciate e coinvolto 86 aziende con oltre 6 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrate.

Con l’operazione Black Summer, i militari del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Bari hanno individuato un traffico illecito di rifiuti speciali. In particolare, su un area demaniale a ridosso della battigia di Margherita di Savoia (Bat) sono state smaltite illecitamente oltre 41.000 tonnellate di rifiuti speciali, in particolare fresato d’asfalto, inerti da demolizione e materiale proveniente da attività di cantiere.

La Puglia rimane la base logistica, la porta d’ingresso o d’uscita, per i traffici internazionali di rifiuti costituiti principalmente da rottami ferrosi, materiali plastici, rifiuti elettrici ed elettronici, carta, cartone e vetro, che i trafficanti immettono nei circuiti illegali del riciclo. Il Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri Forestali di Bari, lo scorso anno, ha proceduto al sequestro di un container presso il porto di Bari contenente ritagli di spugne imballate con filo di ferro, oggetto di spedizione in Giordania. Il materiale derivante dalla lavorazione di imbottiture per divani veniva spedito da una ditta di Altamura privo di documentazione attestante la certezza della destinazione e dell’utilizzo finale, qualificandosi così come rifiuto.

Nella classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento, la Puglia si conferma al terzo posto con 730 infrazioni accertate (l’11,1% sul totale nazionale), 893 persone denunciate, 1 arrestata e 260 sequestri effettuati.  

 

A livello nazionale, Bari e Lecce sono rispettivamente al settimo e nono posto con 178 e 152 infrazioni accertate.

 

Sulla costa si materializzano i peggiori ecomostri come villette, piscine, lidi, ristoranti, campeggi, resort, spesso costruiti direttamente sulla sabbia e per i quali gli interventi di abbattimento continuano ad essere sporadici. In Puglia, dal 2004 a giugno 2018 sono state emesse 2.252 ordinanze di demolizione, ma solo 366 sono state eseguite. Questo significa che solo il 16,3%  degli immobili abusivi sono stati abbattuti. Lo scorso aprile Legambiente Puglia ha inviato una diffida al Sindaco di Rodi Garganico a disporre l’immediata demolizione dell’ecomostro Roccamare in esecuzione della sentenza definitiva del Consiglio di Stato che ha confermato le precedenti decisioni del TAR Puglia, rigettando l’appello dei costruttori. Nessun abbattimento ancora per il villaggio di Lesina, a Torre Mileto nel foggiano, con le sue 2 mila e 800 villette abusive costruite sulla lingua di sabbia che separa il mare del lago. Così anche per il villaggio turistico Pino di Lenne a Palagiano, sul golfo di Taranto, una lottizzazione abusiva dichiarata tale già nel 1987. Nel Salento, invece, la Procura della Repubblica di Lecce prosegue da alcuni anni con interventi di demolizione. Un’attività che ha indotto molti proprietari a demolire di propria iniziativa, senza aspettare l’azione delle istituzioni.

 

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