Confconsumatori si costituisce come parte offesa, a tutela degli azionisti di Veneto Banca
Sta indagando la Procura di Roma
Pubblicato in
Giustizia e Legalità
il 21/02/2015 da Antonio Pinto

L’indagine è condotta dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza e nasce dagli accertamenti ispettivi di Bankitalia del 2013.
In particolare, secondo l’ipotesi della Procura, alcuni dirigenti avrebbero tentato di nascondere la decurtazione economica del patrimonio c.d. di vigilanza indicando nelle segnalazioni periodiche a Banca d’Italia un patrimonio di vigilanza (principale parametro per la valutazione dell’istituto) superiore a quello effettivo.
Inoltre, la Procura ipotizza anche che la Banca avrebbe rappresentato «all’autorità di vigilanza di possedere un indice di solvibilità (denominato Core Tier 1), superiore all’8% mentre in realtà il valore era al 6,3%».
Infine, un’altra accusa è che la Banca avrebbe diffuso «un valore dell'azione Veneto Banca non rispondente al vero» giudicata da Bankitalia «un price/book value (1,43) incoerente con il contesto economico attuale e d’ostacolo al compimento di operazioni societarie per le ricadute sulla stabilità dell'azionariato».
Confconsumatori pertanto ritiene necessario costituirsi parte offesa nel procedimento penale per tutelare i risparmiatori azionisti che hanno acquistato le azioni Veneto Banca. Infatti, secondo l’avv. Antonio Pinto legale di Confconsumatori: “laddove le ipotesi accusatorie della Procura trovassero conferma nel corso del giudizio, gli azionisti avrebbero subito tre tipi di danno risarcibile: aver acquistato azioni ad un prezzo che potrebbe essere superiore a quello veritiero, esser stati indotti a comprare azioni, come contropartita di finanziamenti, avere in portafoglio azioni che, non essendo quotate appaiono di difficile smobilizzo”.