19 Aprile 2024 - Ore
Istruzione / Sviluppo / Sviluppo e Lavoro

Poliba-IBM: le opportunità di Internet of Things

Premiata da IBM una dottoranda del Politecnico per un progetto di ricerca ICT sull'apprendimento automatico

Le piante comunicano all’innaffiatoio quando è il momento di essere innaffiate; i vasetti delle medicine avvisano i familiari se si dimentica di prendere il farmaco. Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla Rete. E’ la nuova frontiera dell’informatica. E’ Internet of Things, (Internet degli cose), sigla IoT.
L’Internet delle cose è vista come una possibile evoluzione dell’uso della Rete. Gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi, o sull’ambiente in cui sono immersi.
L’obiettivo dell’internet delle cose è far sì che il mondo elettronico tracci una mappa di quello reale, dando un’identità elettronica alle cose e ai luoghi dell’ambiente fisico. Gli oggetti muniti di sensori, etichette d’identificazione a radio frequenza (Rfid) o Codici QR ed equipaggiati con tecnologie wireless comunicano informazioni in rete o a dispositivi mobili come i telefoni cellulari. I campi di applicabilità sono molteplici: dalle applicazioni industriali (processi produttivi), alla logistica e all’infomobilità, fino all’efficienza energetica, all’assistenza remota e alla tutela ambientale.
Essa rappresenta la rivoluzione della Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione, ICT. Il suo primo utilizzo ebbe luogo con l’inizio del nuovo millennio. Secondo alcune stime nel 2020 ci saranno circa cinquanta miliardi di oggetti connessi a livello globale. Le attese degli esperti sono che l’Internet delle cose cambierà il nostro modo di vivere in maniera radicale e il Cloud (o nuvola informatica) costituirà supporto imprescindibile a Internet delle cose. Infatti, il Cloud, grazie alla sua immediata capacità di virtualizzare le risorse di ogni sistema ICT e renderle disponibili attraverso Internet semplificherà l’accesso ai servizi basati su IoT, abilitando la creazione di nuovo valore e crescita del Prodotto Interno Lordo, PIL.
Il Politecnico di Bari, conscio delle opportunità che saranno dischiuse da Internet delle cose, ha inserito nella sua offerta didattica l’insegnamento “Internet of Things”. Nell’ambito di tale corso, tenuto dal prof. Alfredo Grieco, il Poliba ha organizzato con IBM un seminario tecnico-sperimentale per gli studenti dell’Ateneo tecnico barese, finalizzato alla creazione di nuove competenze professionali che consentiranno agli allievi di utilizzare la piattaforma IBM “Bluemix” per sviluppare applicazioni dedicate della IoT basate su piattaforma Cloud.
Il seminario si terrà al Poliba nei giorni 27-28-29 aprile 2015. Ciò costituirà un’opportunità per gli studenti del Politecnico, iscritti ai corsi di laurea magistrale in ingegneria Informatica, delle Telecomunicazioni e dell’Automazione, di apprendere, in modo molto pratico e diretto, quella che è la nuova frontiera per gli sviluppatori di applicazioni di Internet of Things (e non).
Il seminario s’inquadra nel processo d’integrazione sinergica tra Politecnico di Bari e mondo delle imprese, volto allo sviluppo di nuovo “saper fare” e professionalità preziose per le nostre imprese ICT.
Ed è proprio in questo settore, l’ICT, che si registra un importante riconoscimento. La studentessa del dottorato di ricerca in “Ingegneria Elettrica e dell’Informazione” del Poliba, Jessica Rosati, 26 anni, è stata premiata con l’IBM PhD fellowship Award. Il premio annuale di IBM è consegnato alla proposta di ricerca ritenuta più promettente da un panel di esperti scientifici internazionali, dopo aver valutato il curriculum dello studente e le potenzialità della struttura ospitante. La dott.ssa Jessica Rosati insieme al suo tutor Poliba, prof. Tommaso Di Noia del Laboratorio di Sistemi Informativi (SisInf Lab) e il tutor IBM dott. Costas Bekas, manager del gruppo di “Foundations of Cognitive Computing”, ha presentato un progetto di ricerca sull’apprendimento automatico e rappresentazione compatta di profili di utenti elettronici, da dati strutturati in forma di grafo. Il grafo, cui si fa riferimento, può essere la rete sociale dell’utente di un social network (Facebook, Twitter) o l’insieme dei dati di una base di conoscenza enciclopedica, come Wikipedia. La costruzione di un modello che sappia rappresentare le preferenze e gli interessi di un utente che naviga il Web, può facilitare la promozione e il conseguente acquisto di beni e servizi, come accade ad esempio nei siti di commercio elettronico, quali Amazon o eBay. Il tema, è di particolare rilevanza e interesse per la comunità scientifica e industriale internazionale per due aspetti fondamentali: i dati di partenza sono reperibili dal comportamento passato dell’utente (interessi passati, acquisti fatti) e la capacità di suggerire ad un utente ciò che più lo interessa evita tutte le problematiche legate all’eccesso di dati, molti dei quali poco significativi, con le quali quotidianamente gli utenti umani devono confrontarsi durante l’accesso all’informazione. Grazie al premio ricevuto, la dott.ssa Rosati riceverà una borsa di studio di 20 mila dollari e la possibilità di frequentare per sei mesi i laboratori IBM di Zurigo.

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