'Non lasciamoli soli', a Bari nasce lo sportello d'ascolto per supportare famiglie e persone in difficoltà
Il progetto si propone come obiettivo immediato la soluzione di problematiche concrete di persone adulte che vivono una marginalità estrema

Investire sulle relazioni e non far sentire nessuno
escluso: sono gli obiettivi del nuovo sportello d'ascolto "Non
lasciamoli Soli" attivato presso l'Opera Don Guanella per supportare
famiglie e persone anziane in difficoltà.
Le finalità e le specifiche attività del progetto,
finanziato con un contributo di diecimila euro dall'assessorato al Welfare ad
esito dell'avviso pubblico per la concessione di contributi finalizzati a
contrastare le povertà, sono stati illustrati questa mattina a Palazzo di Città
dall'assessora al Welfare Francesca Bottalico, dal responsabile del progetto
don Tommaso Gigliola, parroco della parrocchia Maria SS. Addolorata - Opera Don
Guanella e dal coordinatore Antonio Pedace.
Lo sportello d'ascolto nasce dall'analisi della condizione
di disagio e economico e sociale che ha colpito la popolazione residente, anche
in quartieri di Bari dove, fino a qualche tempo fa, le famiglie venivano
considerate non coinvolte in simili problematiche. Il progetto si propone,
perciò, come obiettivo immediato la soluzione di problematiche concrete di
persone adulte che vivono una marginalità estrema ma il vero obiettivo, a
medio-lungo termine, rimane il recupero ad una vita sociale e relazionale di chi
ha bisogno di ritrovare la fiducia negli altri, nella società ma soprattutto in
se stesso.
"Questo sportello - ha commentato l'assessora al
Welfare Francesca Bottalico - è il frutto di un lungo processo di
collaborazione con il mondo del volontariato cattolico e laico, altamente
qualificato per compiere missioni delicate. Si tratta di uno degli undici
progetti avviati dall'amministrazione comunale, tra i quali, ad esempio le Case
di comunità, la Casa dei Bambini e delle Bambine o ancora la Casa delle Culture,
finanziati complessivamente dall'assessorato al Welfare con 330 mila euro
nell'ultimo anno e mezzo. L'idea portante è quella di investire e valorizzare,
accanto ai servizi già attivi, le tante buone pratiche realizzate
quotidianamente dai volontari, dalle realtà parrocchiali e dai semplici
cittadini, e costruire così nuove esperienze di ascolto, di affiancamento e di
prossimità. Il nostro obiettivo è quello di creare una rete più ampia e diffusa
possibile partendo dai quartieri cittadini e dalle parrocchie, che
rappresentano delle 'antenne' sul territorio fondamentali per il lavoro che poi
viene sviluppato insieme alle istituzioni. A Bari, oggi, sono diverse le forme
di povertà rilevate, tra le quali quella più immediatamente percepita è
certamente quella economica. Ma accanto a questa ne abbiamo trovate tante
altre: c'è la storia delle persone, ci sono i dolori e le sofferenze che si
trasformano in vere e proprie patologie perché non sufficientemente elaborate.
E, soprattutto, esiste l'isolamento degli individui, donne o anziani, persino
ragazzi e adolescenti. Noi seguiremo queste situazioni particolari, ad esempio
persone che escono dal ciclo produttivo e dalla vita attiva o persone separate,
investendo sulle loro relazioni, per 'non lasciarle sole', per non far sentire
nessuno escluso e ridare speranza: orientarli, guidarli e assisterli
psicologicamente e spiritualmente per consentire loro di assorbire e superare i
passaggi più delicati della loro esistenza".
"L'opera Don Guanella - ha sottolineato don Tommaso
Gigliola – è sempre stata sensibile ai problemi di povertà e di
marginalità che affliggono la nostra comunità, ancora di più perché don Luigi
Guanella è il 'santo della carità', che ci lasciato il messaggio
dell'importanza di promuovere l'umanità delle persone. Per questo abbiamo
aderito con entusiasmo alla proposta del Comune di Bari di partecipare a un
progetto che andasse incontro alla marginalità. Inoltre, abbiamo riflettuto sul
fatto che sul nostro territorio, il Municipio II, esistono situazioni di
'povertà emergente' che dipendono direttamente dalla solitudine: una condizione
trasversale a molte categorie sociali, e che colpisce soprattutto gli anziani,
ma non solo: alla nostra parrocchia si rivolgono ogni giorno adulti soli,
famiglie senza punti di riferimento, persone che hanno perso il lavoro o si
sono separate. Sono tutte situazioni critiche, che non si possono mai
affrontare da soli. Quindi abbiamo deciso di dare un contributo attraverso i
nostri volontari, che in un primo momento si metteranno all'ascolto delle varie
situazioni, poi verranno affiancati da operatori professionisti che
indirizzeranno le persone alla soluzione dei problemi. La cosa bella è che in
questo progetto è coinvolta l'intera nostra comunità parrocchiale, che si è mostrata
quanto mai sensibile e attenta".
Lo sportello d'ascolto, aperto dal 22 gennaio 2019, si
avvale del lavoro gratuito di cinque operatori volontari che svolgono
l'attività di accoglienza, segreteria e front office, e della consulenza
professionale di avvocati, medici, commercialisti, psicologi, assistenti
sociali, esperti di previdenza e mediatori familiari, che mettono a disposizione
la competenza ed il supporto umano.