19 Maggio 2024 - Ore
Sviluppo e Lavoro

‘Omega_C’, la scoperta dei fisici pugliesi aperta la strada per comprendere il segreto delle stelle

Dal 25 marzo al I aprile i risultati di questa ricerca saranno protagonisti della conferenza internazionale “Recontres de Moriond Qcd and High Energy Interctions” in Val D’Aosta

Carpire il segreto della forza che fa bruciare le stelle, la forza nucleare, la più potente in natura; capire perché bruciano gli astri e perché splende il sole potrebbero essere un traguardi più prossimi grazie alla straordinaria scoperta di due fisici pugliesi, Antimo Palano, professore ordinario di Fisica all’Università di Bari, uno dei massimi esperti internazionali nel campo della fisica delle alte energie, della spettroscopia e della ricerca di nuove particelle, e Marco Pappagallo, laurea in fisica e dottorato a Bari, diverse borse di studio e poi il trasferimento all’estero per lavorare.

La scoperta definita dal Cern di Ginevra “un focolaio di nuovi ed eccezionali risultati di fisica” è un concentrato di primati. Sono state scoperte simultaneamente 5 nuove particelle subnucleari, le particelle elementari Omega_c, analizzando i dati raccolti dal 2011 al 2015 da Lhcb, uno dei quattro grandi esperimenti in corso all’acceleratore Lhc del Cern di Ginevra (l’Organizzazione europea della ricerca nucleare). E non solo, alla scoperta che potrebbe fare luce su alcuni straordinari e ancora inspiegabili misteri dell’universo, si aggiunge una caratteristica davvero singolare delle particelle: la loro straordinaria longevità.

 

Dal 25 marzo al I aprile i risultati di questa ricerca saranno protagonisti della conferenza internazionale “Recontres de Moriond Qcd and High Energy Interctions” programmata a La Thuile in Val D’Aosta e usciranno a breve sulla più prestigiosa rivista scientifica internazionale di settore “Physical Review Letters”.

All’impegno dei ricercatori, al lavoro del Cern, del Dipartimento interateneo di fisica e della Sezione di Bari dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, si aggiunge quel quid senza il quale oggi non avremmo potuto raccontare questa storia. Marco Pappagallo, 39 anni, ricercatore di talento, richiesto dagli atenei di tutto il mondo, nel 2015 lavora all’università di Glasgow, nel Regno Unito. La Regione Puglia nel frattempo attiva il bando FutureInResearch, che avvalendosi del Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc) mette a disposizione 26 milioni di euro per favorire il ricambio generazionale all’interno delle cinque università pugliesi. La misura rende possibile assumere per tre anni 170 ricercatori con un budget di 150mila euro per ciascuno di essi. I dottori di ricerca presentano una proposta progettuale, ma poi sono le università a bandire i concorsi. Marco Pappagallo da Molfetta, che vive e lavora in Scozia, vince e torna a Bari, al Dipartimento interateneo da cui proviene. Insegna fisica in diverse facoltà universitarie, ma soprattutto studia intensamente al progetto con un maestro, Antimo Palano, famoso in tutto il mondo dal 2003, quando, partecipando all’esperimento BaBar, nei laboratori di Slac, alla Stanford University, in California, scopre una nuova particella in un’epoca in cui si pensava che in quel campo non ci fosse più nulla da scoprire. Il duo Palano-Pappagallo lavora insieme all’esperimento Lhcb, uno dei quattro installati sul grande anello Lhc (27 km di circonferenza) del Cern, una collaborazione di 769 fisici di 69 università di 16 nazioni, tra cui 13 italiane al quale si aggiunge l’Istituto nazionale di fisica nucleare che finanzia con fondi del governo italiano la fisica delle alte energie. Una scommessa mondiale che i ricercatori pugliesi vincono per tutto il team, portando al mondo un risultato clamoroso.

 

E proprio ieri sera la comunità scientifica internazionale che sta vagliando la ricerca prima della pubblicazione su Physical Review Letters, ha espresso i primi commenti sul lavoro, promuovendo a pieni voti i due ricercatori, l’Italia e la Puglia.

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