L’effetto è la paralisi totale del sistema didattico. La causa il blocco del turnover tra dipendenti in pensione e ricercatori da assumere. L’allarme l’hanno lanciato da subito i rettori dell’Università e del Politecnico di Bari, criticando la ripartizione dei punteggi prevista dal decreto ministeriale, molto sproporzionato a favore del Nord. Per questo si è deciso di fermare le attività per esprimere tutto il proprio dissenso nei confronti del decreto Carrozza. Oggi dunque niente lezioni nelle sedi di Bari, Foggia e Lecce. La decisione è congiunta.
Si apre dunque una settimana di mobilitazione, indetta dal Consiglio universitario nazionale, dai sindacati e dalle organizzazioni di docenti e studenti. Al centro delle polemiche ci sono i criteri per le assunzioni del prossimo anno accademico, indicati proprio dal ministero per l’Istruzione e denunciati come penalizzanti per le realtà meridionali.
Alle assemblee in programma è prevista la partecipazione di parlamentari ed esponenti del governo regionale pugliese.
Con 11.28 punti organico, la Puglia potrà permettersi pochissime sostituzioni rispetto a un gran numero di dipendenti che hanno terminato la carriera. Solo a Bari, lo ha riferito a Repubblica il neo rettore Uricchio, sono previsti 82 pensionamenti, ma potranno essere assunti solo in 5; 2 al Politecnico, 1 a Foggia e 3 a Lecce.
I rettori di Bari, con i colleghi di Foggia, Lecce e Campobasso non vogliono essere discriminati.
Una battaglia per la sopravvivenza del sistema universitario meridionale a cui la Ministra Carrozza dovrà dare risposte concrete dopo aver offerto la sua disponibilità al confronto. “Mi faccio carico e mi prendo la responsabilità, di fronte a tutti voi, di affrontare una volta per tutte il sistema del modello di finanziamento delle nostre università e il tema del turnover”, aveva detto giorni. Vediamo cosa accadrà da oggi.
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