18 Aprile 2024 - Ore
Cultura e Spettacolo

Prima europea a Brindisi per ‘Emilia’, del grande Claudio Tolcachir

Con un Video il fondatore e direttore della casa-teatro di Buenos Aires, saluta i pugliesi

Arriva anche in Italia, “Emilia”, l’ultimo lavoro di Claudio Tolcachir, fondatore e direttore della casa-teatro di Buenos Aires, Teatro Timbre 4, spettacolo che ha debuttato a Buenos Aires l’anno scorso, con una tappa il 17 gennaio scorso in Cile al Festival Santiago a Mil.
Prima assoluta europea a Brindisi, Teatro Verdi, il 17 marzo prossimo, grazie al sostegno della Regione Puglia e ai fondi Fesr 2007_13, tra le azioni affidate al Teatro Pubblico Pugliese.

L’appuntamento internazionale, con repliche il 18 e 19 marzo, propone l’impegno a far dialogare il territorio con le più importanti realtà della scena internazionale. Un piccolo showcase (sono previsti incontri e conferenze) dedicato al giovane protagonista del fermento delle scene di Buenos Aires, drammaturgo, regista e attore che al Verdi presenta il nuovo lavoro ispirato ad una storia personale che mette in scena la storia di un uomo di fronte agli affetti ritrovati della sua infanzia e nel contesto di una nuova famiglia.
Marzo in Puglia sarà per il teatro il mese dell’America latina: l’Argentina presente non solo con Emilia ma anche con la tre giorni di un seminario intensivo per attori, registi e drammaturghi con Rafael Spregelburd. 

Emilia di Claudio Tolcachir, fondatore e direttore della casa-teatro di Buenos Aires, Teatro Timbre 4, realizzato in coproduzione con Teatro San Martin de Buenos Aires e Festival Santiago a Mil, Cile, sarà presentato il 17 marzo a Brindisi (Teatro Verdi) in prima assoluta europea grazie al progetto speciale dedicato all’America Latina a cura del Teatro Pubblico Pugliese, nell’ambito degli interventi che mirano all’internazionalizzazione della scena pugliese, affidati dalla Regione Puglia al TPP (PO FESR Puglia 2007-13, Asse IV, Azione 4.3.2).
Dopo la prima del 17, saranno due le repliche proposte al pubblico, il 18 e 19 marzo.
Autore e regista, Tolcachir si addentra nel cuore della famiglia, come già fece ne La omisión de la familia Coleman e nel Viento en un violin, moltiplicando stavolta le risorse narrative e curando ogni più piccolo dettaglio dell’interpretazione. Il protagonista, un quarantenne con moglie e figlio, ritrova la tata che lo ha cresciuto negli anni dell’infanzia, prodigando per lui ogni cura e attenzione. Nella storia appaiono presente, passato e futuro e la scena si svolge secondo un doppio livello di azione: le cose accadono e si narrano, così Emilia, la tata, parla al pubblico e racconta la sua storia, mentre i personaggi agiscono alle sue spalle, e quando sembrerebbe che non la vedono, improvvisamente la coinvolgono nei loro dialoghi. Allo stesso modo lo spazio scenico, al di fuori del quale la scena continua ad animarsi con i personaggi che vivono e raccontano le loro storie. Lo spettacolo è insomma una storia iper-realistica, con personaggi impregnati delle vicende familiari anche al di fuori del classico quadro di rappresentazione. Claudio Tolcachir ci racconta la storia di un distacco, quella di una donna che ha dedicato il suo amore e la sua vita agli altri giungendo tardi, ormai anziana e bisognosa, a un abbraccio atteso per troppo tempo. Il maestro della nuova scena argentina ha spiegato come la scrittura sia nata da uno spunto autobiografico, ossia il racconto di una donna che ha restituito la memoria ai primi anni di vita del trentaseienne autore. Lo spettacolo vedrà in scena Elena Boggan, Gabo Correa, Adriana Ferrer, Francisco Lumerman e Carlos Portaluppi. Le scenografie e l’assistenza alla regia sono state affidate a Gonzalo Córdoba Estevez, mentre il disegno luci è a cura di Ricardo Sica. Organizzazione Maxime Seugé e Jonathan Zak.

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