Il prezzo dell’olio extravergine di oliva, di cui la Puglia è la maggiore produttrice, è alle stelle. La caso di questo aumento, rispettando la legge di mercato, è il calo della produzione. Colpevole della situazione pugliese è soprattutto il clima: con temperature instabili, quasi primaverili ad ottobre, e attacchi di mosca diffusa nella regione, le quantità di olio sono state ridimensionate in tutta la Puglia. Si aggiungono poi gli eccezionali eventi meteo che recentemente hanno colpito il Gargano e la zona di Monopoli. “I prezzi si attestano sui 4,5 – 4,8 euro al chilo, forse i più alti degli ultimi 10 anni, ovviamente perché già è tangibile in prospettiva il forte calo produttivo e grazie all’intensificarsi dei controlli” afferma il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, “Il mercato europeo dell’olio di oliva, con consumi stimati attorno a 1,85 milioni di tonnellate, rischia di essere invaso dalle produzioni provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente – avverte la Coldiretti – che non sempre hanno gli stessi requisiti qualitativi e di sicurezza”.
Il crollo della produzione di olio di oliva è a livello mondiale. L’Oil World (il servizio di previsione indipendente per i semi oleosi, oli e pasti) parla chiaro: il calo, secondo le sue previsioni, dovrebbe essere del 17%. È l’effetto del dimezzamento dei raccolti in Spagna (a causa delle scarse precipitazioni in Andalusia, la regione più produttrice), che mantiene comunque il primato mondiale, ma anche del forte calo in Italia, dove è appena iniziata la raccolta.
La Coldiretti riferisce che la produzione in Italia si è ridotta del 30% e che dovrebbe attestarsi sulle 300 mila tonnellate. In Umbria e in Toscana i quantitativi sono ai minimi storici, ma le riduzioni riguardano anche la Puglia, che è la principale regione di produzione di olio di oliva.
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