
“La centrale Enel Federico II di Brindisi rispetta sotto
ogni punto di vista la normativa ambientale. Sin dagli anni duemila è stata
sottoposta a un continuo processo di adeguamento tecnologico che ha anticipato
la naturale evoluzione della normativa in materia, ponendosi come riferimento
concreto, non solo a livello nazionale, tra i siti di analoga taglia e
tipologia”.
Così Enel risponde alle accuse lanciate dal WWF durante il
convegno “Accelerare l’uscita dal carbone: il caso Brindisi, 24 anni di danni
alla salute e al clima”. Secondo l’associazione ambientalista la centrale
Federico II “in un secondo emette la stessa quantità di CO2 di 130mila auto”.
“Gli interventi tecnologici adottati, per oltre 900 milioni
di euro – continua l’azienda in una nota - hanno portato a un costante e
significativo miglioramento dell’impatto ambientale: i dati sugli abbattimenti
dei macroinquinanti (SO2, NOX e polveri) evidenziano il livello di eccellenza
del processo di gestione ambientale della centrale. Contrariamente a quanto
affermato dal WWF, il procedimento di autorizzazione della centrale ha valutato
anche l’impatto ambientale della stessa ed è stato oggetto di successiva
conferma mediante AIA, il cui riesame è stato recentemente concluso
positivamente. Non risponde al vero, inoltre, quanto affermato dal WWF in
merito al danno sanitario nella zona. I dati esistenti indicano in modo chiaro
che la qualità dell’aria a Brindisi è tra le migliori in Italia (tra le 25
città più industrializzate d’Italia, Brindisi è quella con minor concentrazione
di polveri PM10 e NO2. Fonte: Studio EPIAir 2 del 2013). I dati epidemiologici
della provincia di Brindisi – conclude Enel - confermano tale risultanza, tanto
che dallo stesso studio di coorte citato dal WWF emerge che la provincia di
Brindisi presenta una incidenza di malattie respiratorie e cardiovascolari
inferiore alle medie nazionali”.